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CUORGNE’ - Il giorno dopo l’atteso consiglio comunale aperto, svolto nell’ex chiesa della Santissimi Trinità, per fare il punto sul futuro dell’ospedale e sulla mancata riapertura del pronto soccorso di Cuorgnè porta con sé ancora tante discussioni sulla sanità locale.

Mentre all’ombra della torre di Carlevato faceva rumore l’assenza dell’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi, che con parole al fiele ha respinto al mittente, Giovanna Cresto, l’invito a partecipare all’assise, da Torino e dal consiglio regionale, chiamato a pronunciarsi sulla location del nuovo ospedale del Canavese, arrivava una buona notizia: «Nota positiva nel caos è stata l’approvazione dell’ordine del giorno da me presentato a sostegno del potenziamento di tutti i reparti e del pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè – ha dichiarato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo - Il Partito Democratico, con questo atto, ha voluto ribadire che la strada da perseguire per valorizzare la sanità non è quella delle privatizzazioni, bensì quella degli investimenti pubblici per rilanciare le strutture esistenti».

Alle nostre latitudini, invece, Icardi è stato incalzato dall’assessore alle politiche sociali di Cuorgnè, Elisa Troglia: «I sindaci rispondono quotidianamente ai cittadini delle conseguenze di un sistema sanitario in crisi da anni, che ha introdotto le aziende sanitarie e attribuito maggiori responsabilità gestionali, programmatorie, organizzative e finanziarie alle Regioni. Di fatto, oltre a questo, tutti i sindaci si trovano costantemente impegnati a vigilare sia sull’operato dell’Asl sia sulle scelte regionali per cercare di scoprire come vengano tradotte le linee d’indirizzo e quando va male si mettono a cercare ortopedici, medici di base, urgentisti, perché manca personale. “A Cuorgnè non vuole venire a lavorare nessuno” è una frase che abbiamo sentito spesso in questi due anni. Quindi siamo andati a cercare alloggi disponibili da offrire, abbiamo provato a pensare soluzioni per attrarre personale medico-ospedaliero, abbiamo incontrato persino ortopedici dalla Sicilia, studiato delibere, incontrato cittadini, dirigenti, politici, sindacati. A un certo punto non rimaneva che prendere la laurea in medicina. Non compete però al sindaco l’organizzazione e l’allocazione delle risorse nei presidi. Icardi è stato anche lui amministratore locale e si è trovato nelle nostre situazioni. Invece di evitare il confronto come oggi, invece di usare toni che non ci appartengono e un modo di fare da cui prendiamo le distanze, potrebbe usare toni chiari e decisivi per chiedere a gran voce la necessità di aumentare la quota del fondo sanitario in rapporto al Pil, vigliando per scongiurare lo slittamento dei fondi del Pnrr per la realizzazione delle case di comunità. Insomma usare quei toni in sede di conferenza Stato-Regione e non con noi».

Anche l’ipotesi di esternalizzazione di alcuni servizi non convince l’esecutivo cuorgnatese: «Fin dalle prime conferenze dei sindaci come amministrazione insieme ad altri comuni abbiamo sollevato dubbi sul ricorso alle esternalizzazioni e il rischio in termini di sicurezza e delle cure. Adesso leggiamo dallo studio la possibilità di un modello misto, una partnership. Ricorrere al privato ora è una necessità non più un’opportunità. Dal punto di vista etico crediamo che una società democratica i bisogni di salute e sociali non sono solo bisogni ma sono diritti che si collocano in una relazione di obblighi e doveri imprescindibili che solo e sempre il “pubblico”, capace di agire simultaneamente, collettivamente e a nome di tutti, può soddisfare. Come si può sollevare le sorti delle aree disagiate e periferiche se non si prevedono incentivi di carriera, economici e di altro tipo per chi accetta di prestare il proprio servizio nelle parti più impegnative e in prima linea e se non si pone la centralità delle risorse umane pubbliche per lo sviluppo dei servizi ospedalieri? – conclude Elisa Troglia - Come amministrazione comunale di Cuorgnè chiediamo alla conferenza dei sindaci di proporre un indirizzo sul tema della esternalizzazione e del rapporto pubblico-privato perché purtroppo continuiamo ad essere un’area troppo grande e frammentata senza una chiara cabina di regia di politica territoriale. Inoltre, invitiamo le parti interessate a partecipare a un tavolo di lavoro con i sindacati, la Città Metropolitana, l’ordine dei medici e gli amministratori, un tavolo permanente di controllo e vigilanza per costruire quelle indispensabili sinergie per rilanciare il nostro presidio e la nostra sanità pubblica».