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CUORGNE’ - Difendere il lavoro e rilanciare il paese. La Cgil scende in campo con tutta una serie di proposte evidenziate venerdì, 16 settembre 2022, durante «l'Attivo di zona» che si è svolto nei locali della Camera del lavoro di piazza Pinelli a Cuorgnè.

L’incontro è stato presieduto da Giovanni Ambrosio, responsabile Cgil Ivrea e Caluso. Sono intervenuti delegati, pensionati e funzionari, mentre le conclusioni sono state affidate ad Alberto Revel, della Segreteria Cgil Torino. A fare gli onori di casa e introdurre il meeting ci ha pensato, Angelica Liotine, responsabile Cgil Cuorgnè e alto Canavese: «La pandemia, non ancora domata, e poi la guerra hanno infierito in particolare nel nostro paese accentuando problemi già evidenti prima. Il sistema Italia è appesantito ormai da tempo da un debito pubblico superiore ai 2600 miliardi. Il governo Draghi voluto dai partiti e dall’Europa ha impostato con il Pnrr una serie di proposte per l’utilizzo dei fondi, più di 200 miliardi. Proposte atte a ridare fiato alla nostra economia e per avviare riforme capaci di modernizzare il paese».

«Tutto questo è venuto meno con la crisi di governo, ancor oggi poco chiara, che ci ha portato alle elezioni anticipate in un contesto delicato con il costo delle materie prime e delle fonti energetiche, gas e petrolio a livelli tali da rendere possibile una recessione mondiale, con l’ormai evidente razionamento energetico anche nell’uso comune. Tutti i costi, compresi gli alimentari, sono aumentati tanto da costringere molte famiglie a duri sacrifici, in un Paese dove si contano tra poveri assoluti e quasi poveri 14 milioni di persone e l'inflazione che galoppa. Proposta della Cgil è fissare un tetto alle bollette». 

«Finite le elezioni diventa urgente con il nuovo governo riprendere il confronto e puntare su misure che vadano nella direzione della difesa degli interessi di lavoratrici/i pensionate/i. In questo senso occorre superare, come già abbiamo fatto con il governo Draghi, la logica dei bonus e delle una tantum, che mai vanno alla radice delle questioni e trovare risorse aggiuntive tassando gli extra profitti e redistribuirli ai redditi da lavoro e alle pensioni più basse. Sono misure importanti se si vuole iniziare veramente a spostare l'asticella a favore del lavoro e finalmente mettere al centro la questione delle disuguaglianze che disegna una società dove pochi hanno tutto e gli altri le briciole, basti pensare che l'8% della popolazione detiene il 70% della ricchezza generale».

Proposta della Cgil è modificare radicalmente il sistema previdenziale superando la riforma Fornero e ricostruendo un sistema previdenziale pubblico ed equo che unifichi le generazioni e le diverse condizioni lavorative con flessibilità in uscita a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dalla età. La Cgil propone anche la riduzione degli orari di lavoro per una nuova occupazione stabile: «Questa è una questione da affrontare subito con il nuovo governo e se non ascoltati prepararci alla mobilitazione».