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CUORGNE’ - La città di Cuorgnè ha ricordato questa mattina, domenica 3 dicembre 2023, l’eccidio dei Partigiani in località San Rocco avvenuto il 14 dicembre del 1944. L’iniziativa, particolarmente sentita e organizzata dall’Anpi, guidata dal presidente Roberto Rizzi, e dall’amministrazione comunale, è stata l’occasione giusta per celebrare il sacrificio di coloro che diedero la vita in difesa della libertà e degli ideali di giustizia, uguaglianza e pace. 

Dopo la deposizione e la benedizione delle corone al monumento che ricorda i terribili eventi di 79 anni fa, la cerimonia si è trasferita all’interno dell'ex Chiesa della Santissima Trinità dove la Filarmonica dei Concordi ha eseguito diversi brani alla presenza, tra gli altri del sindaco, Giovanna Cresto, dell’assessore Elisa Troglia, del consigliere, Camilla Barone e del vicesindaco di San Giorgio Lomellina (provincia di Pavia): paese di origine del giovane partigiano Alberto Pavesi trucidato in località San Rocco. Nel corso della manifestazione, grazie alle testimonianze e interventi di Camilla Barone, Cristina Bernard e Maria Paola Capra, sono stati ricordati anche il ruolo e il coraggio delle donne durante la Resistenza e in particolare le vicende delle staffette partigiane Luigina Trione, Cecilia Genisio e Maria Genisio. 

«Oggi, a distanza di molte generazioni da quella di quei ragazzi che combatterono e si sacrificarono per la libertà, l’uguaglianza e la pace, qual è lo stato delle coscienze in Italia ed Europa? – ha commentato Roberto Rizzi – In molti, troppi paesi emergono con forza ideali nazi-fascisti, xenofobi, guerrafondai. In molti, troppi paesi sono al potere forze che ad essi si ispirano. Cito solo alcuni di questi: Ungheria, Polonia, Ucraina, ma crescono anche in Finlandia, Olanda. In Italia, si parla di rivedere la nostra Costituzione, stravolgendo ulteriormente i suoi cardini democratici. A questo punto, cosa ci prospetta il futuro? Io sinceramente non riesco ad essere ottimista. Forse questa generazione ripeterà gli errori del passato, accecati dalla paura dell’immigrazione. Non ci accorgeremo che ci stiamo rimangiando tutti i principi costituzionali: il diritto alla salute, istruzione, al lavoro e alla pace e di pensarla diversamente e di protestare. Allora, dovremmo aspettare una nuova generazione di giovani, che ci faccia capire, come allora, dove stiamo sbagliando? Questo è il quesito. Comunque, sempre onore ai 7 martiri».