CUORGNE’ - Nasce un comitato canavesano, apolitico e apartitico, per la riapertura del pronto soccorso di Cuorgnè. Si tratta di un sodalizio impegnato, più in generale, nella difesa del sistema sanitario nazionale pubblico. Per il comitato inoltre «costituisce una violazione di legge chiudere il pronto soccorso cuorgnatese essendo un presidio ospedaliero montano».
Si sono già svolte alcune riunioni organizzative per i promotori del nascente Comitato: «Per aderire alla nostra iniziativa non sono richieste altre condizioni se non l'accettazione della dichiarazione che costituisce la linea programmatica chiara, inequivocabile e onesta. Non abbiamo bisogno di confusioni del tipo: "Meglio il PPI che niente"». «Il nostro obiettivo – si legge nella dichiarazione d’intenti pubblicata sui facebook – è la difesa del Servizio sanitario nazionale ed universale, gratuito per gli indigenti come previsto dall’articolo 32 della Costituzione Italiana, e in particolare a livello locale per la riapertura a Cuorgnè di un pronto soccorso h24, pubblico, efficiente, dotato di attrezzature, risorse materiali e umane per garantire l’efficienza e l’efficacia del servizio».
«Siamo contrari – spiegano dal Comitato – a qualsiasi tipo di privatizzazione in campo sanitario, esternalizzazioni di servizi, doppi regimi di remunerazioni tra personale privato e pubblico tanto più all’interno di presidi pubblici. Chiediamo che i soldi della fiscalità generale siano usati per assunzioni di infermieri. Medici, ooss, tecnici, impiegati amministrativi e non per pagare profumatamente medici privati che soppiantino nella sanità pubblica i medici titolari di un rapporto di lavoro pubblico in modo da ridurre drasticamente le liste di attesa per ogni tipo di esame diagnostico. Per il nostro comitato i surrogati degli ospedali e dei ps pubblici (come i vari ppi) sono la faccia feroce di una politica sanitaria basata sul censo e quindi classista».