Galleria fotografica

CUORGNE' - Il gruppo di minoranza di «Cuorgnè c'è» chiederà la convocazione di un Consiglio comunale aperto sul futuro dell'ospedale cittadino dopo che la Regione Piemonte ha reso noto l'esito di uno studio nel quale si suggerisce la privatizzazione del nosocomio e la soppressione definitiva del pronto soccorso. Davide Pieruccini incassa, purtroppo, un punto a favore: «Il nostro gruppo, quando ha lanciato la petizione "snobbata" dalla giunta di Cuorgnè, l'ha fatto per far riaprire il pronto soccorso dopo la chiusura nel periodo covid, ed anche per la paura che un ospedale come quello di Cuorgné diventasse appetibile a interessi privati soprattutto grazie alle sale operatorie attrezzate che, a detta di chi le utilizza professionalmente, risultano essere tra le migliori presenti in Piemonte», ricorda il consigliere di minoranza.

«Una struttura privata non potrà mai contenere un pronto soccorso aperto 24 ore su 24. Siamo stati lungimiranti su questo tema mentre la giunta di Cuorgné oltre a non sostenerci è andata sempre a braccetto con chi oggi non spiega ai cittadini il perché sia stato predisposto uno studio per privatizzare l’ospedale, una vicenda su cui chiediamo chiarezza e che alimenta grandi perplessità. Dove sono i consiglieri regionali del territorio che si ergevano a paladini del nostro ospedale?». Anche il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, è pronto a dare battaglia.

E ancora: «Rischiamo di perdere la sanità pubblica così come rischiamo di perdere la battaglia sul nuovo ospedale d'Ivrea. La sanità deve restare pubblica per tutti e non solo per pochi. Per cercare risposte serie, "Cuorgnè c'è" presenterà richiesta di un Consiglio comunale aperto e straordinario, auspicando di ottenere risposte indispensabili alla causa e non solo discorsi politici e senza dibattito. Vogliono privatizzare l'ospedale di Cuorgnè: non lo permetteremo».

Anche Canavese Riformista commenta lo studio della Regione: «Dopo il nuovo ospedale del Canavese, che rischia di finire nel posto più scomodo per tutti, si aggiunge un'altra chicca. Questo è il livello di attenzione che la Regione Piemonte sta riservando alla salute dei canavesani. Un anno fa si parlava della necessità di essere a 20 minuti dal primo pronto soccorso. Per il Canavese è sufficiente essere a 60 minuti... Evidentemente la nostra salute vale di meno».