CUORGNE’ - Venerdì, 5 luglio 2024, nell’ex sala consiliare del Comune di Cuorgnè è stata ufficializzato, con una simbolica firma tra il sindaco, Giovanna Cresto, e Gigio Costanza di Mastropietro Onlus, l’affidamento a titolo gratuito della villa che fu del boss Giovanni Iaria, in passato anche assessore del Comune. L'immobile di via Salgari, confiscato alla 'ndrangheta, sarà gestito dall’associazione cuorgnatese per i prossimi 50 anni. Si tratta di una vera e propria restituzione alla collettività del bene che sarà impiegato per la realizzazione di un progetto sociale per il «Dopo di Noi», indirizzato a persone con disabilità medio-lieve o disturbi psichiatrici.
«Questa aggiudicazione del bene confiscato rappresenta una vittoria, non soltanto dell’amministrazione comunale ma di tutta quanta la collettività cuorgnatese e del Canavese – ha commentato la prima cittadina, Giovanna Cresto che ha ringraziato, in primo luogo, l'assessore Elisa Troglia per il grande lavoro di questi mesi – arriviamo a questo risultato dopo un lungo iter. La nostra prima scelta, appena insediati in Comune, è stata quella di fare una manifestazione di interesse negativa e quindi di non prendere in carico il bene. Non ci siamo mai pentiti, perché il “no”, in quel momento, era giustificato dal fatto di essere entrati in carica 15 giorni prima, di non avere contezza delle effettive risorse dell’ente e dei progetti tenuti a portare avanti ed ereditati dalla precedente amministrazione. Chiedere l’assegnazione di un bene confiscato senza avere una progettualità specifica per esso, ritenevamo, che sarebbe stato assolutamente inutile e controproducente. Gli immobili sottratti alla criminalità devono rinascere e per farlo devono ritornare alla collettività, altrimenti restano fini a se stessi. E noi non volevamo succedesse. Non ci siamo comunque fermati dopo quella scelta e abbiamo iniziato a lavorare fin da subito per capire cosa fare di quel bene, in collaborazione con Agenzia dei beni confiscati, Prefettura ed enti del terzo settore fino ad arrivare al progetto del “Dopo di noi”, nato da una specifica richiesta della cittadinanza. Nei due anni dopo abbiamo cercato di mettere a terra questo progetto. Sono serviti 5 bandi per arrivare all’aggiudicazione di oggi. Ringrazio Mastropietro per essersi fatta carico di portare avanti questo progetto».
«Questo immobile stava diventando davvero un caso. Questo lungo cammino ha però confermato ulteriormente e sottolineato la sensibilità di questa Amministrazione comunale alla legalità - ha aggiunto l’assessore regionale, Maurizio Marrone – La perseveranza sempre dimostrata dal sindaco e dalla sua squadra di governo, con il sostegno anche finanziario delle Regione Piemonte, ha portato oggi ad un risultato positivo su questo immobile. Bravi per non esservi scoraggiati mai. La perseveranza denota convinzione in questo caso e siete stati premiati con una vittoria che è di tutta la comunità. E’ un riscatto anche di immagine per le istituzioni pubbliche. E’ importante anche la finalità davvero altra del progetto scelto per questo bene. Riutilizzare un bene di lusso della criminalità organizzata a scopo sociale, dando una risposta di incoraggiamento e speranza e serenità nei confronti delle famiglie che hanno dei figli e dei loro cari in condizioni di disabilità anche gravi è davvero una doppia vittoria: contro la delinquenza ma anche di solidarietà».
Gigio Costanza e Andrea Contratto hanno anticipato anche i primi interventi che verranno fatti nella villa di via Salgari: «Crediamo molto nel progetto anche per l’apertura che ha quest’ultimo al territorio. Da una parte si lavorerà sul “dopo di noi”, strutturando una forma importante di accoglienza, dall’altra si opererà su tutto il quartiere e sull’area ampia esterna. Il primo intervento che faremo sarà proprio quello di rendere agibile, abitabile e visitabile il parco intorno al bene. Sono spazi importanti che possono essere messi a disposizione della collettività coinvolgendo le associazioni del territorio e tutti coloro che vogliono abitare quel bene che dovrà essere vissuto fin da subito. Lavoreremo anche ad un progetto di coinvolgimento delle case popolari attraverso un collegamento con un operatore dedicato che si renderà disponibile per un’iniziativa di prossimità del territorio. Tutto questo per collegare l’anima della casa alla realtà locale. La casa, all’interno, è molto grande. Gli spazi per fortuna sono strutturati in modo abbastanza semplice per essere utilizzati a fini di accoglienza. Quindi, gli step successivi andranno in questo senso, a cominciare dall’eliminazione delle barriere architettoniche. La prima cosa da fare sulla struttura. Poi si metteranno a posto gli impianti. A quel punto si darà forma e concretezza al progetto sociale».