CUORGNE' - Terzo tentativo per trovare un gestore alla villa che fu del boss della 'ndrangheta Giovanni Iaria, in via Salgari a Cuorgnè. L'amministrazione comunale ha promosso un nuovo bando (che scade il prossimo 22 novembre) con la speranza di trovare qualcuno interessato a gestire l'immobile nei prossimi 30 anni. Diversi enti e associazioni del territorio hanno chiesto informazioni, visionato le carte ed effettuato dei sopralluoghi. Ma, alla fine, nessuno ha risposto ai due bandi precedenti nonostante si tratti di un affidamento gratuito.
«Questo bene confiscato alla criminalità organizzata rappresenta per il territorio una potenziale risorsa con una progettualità che è quella del "Dopo di Noi", indirizzata a disabilità medio-lieve e/o disturbi psichiatrici - spiega il sindaco Giovanna Cresto - che potrebbe incidere positivamente sul tessuto sociale ed economico. Possiede sicuramente un ruolo simbolico, di riscatto morale, ma offre anche possibilità di creare opportunità di lavoro, di rispondere ai bisogni sociali, di fornire servizi e attività utili per i cittadini». Il progetto dell'amministrazione, infatti, resta quello di trasformare la villa in un centro per disabili, dedicato in particolare al «Dopo di noi». Servono però risorse e un business plan ben definito per poter avviare i lavori. Fin qui nessuno si è fatto avanti concretamente.
«Come amministrazione siamo consapevoli delle difficoltà riscontrate fin qui nell’assegnazione del bene, con due precedenti bandi andati deserti - dice il sindaco - criticità che però condividiamo con altri Comuni italiani. Questo non toglie la nostra fiducia nel progetto. Sia per i due bandi precedenti che successivamente,infatti, diverse realtà hanno continuato a prendere contatto con i nostri uffici ed effettuato sopralluoghi, segno che c'è interesse». Al momento di certo c'è solo un contributo di 50 mila euro per i lavori da realizzare all'interno dell'immobile.
«Ci auguriamo di giungere finalmente alLa concreta restituzione alla collettività del bene confiscato ed al suo riutilizzo - aggiunge il sindaco - dimostrando così che le mafie non sono invincibili e che ciascuno deve contribuire alla diffusione di una cultura diversa da quella del crimine organizzato».