CUORGNE’ - C’è l’ok della Regione Piemonte al finanziamento del progetto presentato sul bene Villa Lea, confiscato al boss Bruno Iaria. Si tratta dell’immobile di località Cascinette, intitolato a Lea Garofalo, vittima innocente di mafia, e gestito dall’associazione cuorgnatese Mastropietro Onlus. «Il contributo richiesto è stato di 70.641 euro - spiegano dal Comune di Cuorgnè - Di cui cofinanziato 36.832 euro (il cofinanziamento è a carico dell'Associazione Mastropietro). E' stato selezionato, tra l’altro con un ottimo punteggio, per cui la Regione contribuirà con 33.809 euro. Il bando regionale era rivolto a progetti che prevedono il riutilizzo dei beni confiscati, con l'erogazione di contributi ai Comuni per interventi volti a consentire il riutilizzo e la funzione sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata ed assegnati ai comuni stessi». I destinatari del progetto sono i singoli e nuclei, italiani e di origine straniera, in emergenza abitativa e pertanto a rischio di marginalità sociale. Gli obiettivi principali sono: favorire il superamento di situazioni di emergenza abitativa di singoli e nuclei in condizioni di precarietà economica e sociale; promuovere l’autonomia e favorire il reinserimento socio-lavorativo delle persone inserite nella struttura.
«Il progetto è l’evoluzione di un percorso che nasce nel 2015 con l’assegnazione del bene confiscato, denominato successivamente “Villa Lea”, inserita all’interno di una rete territoriale di attività e strutture destinate a rispondere al bisogno di emergenza abitativa della popolazione canavesana. Negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia, le richieste e le criticità collegate alle soluzioni abitative sono infatti in costante aumento. Villa Lea è stata individuata come luogo ideale per rispondere al problema di emergenza abitativa diffusa e relativa a diverse tipologie di utenza nel territorio consortile - aggiunge Elisa Troglia, assessore alle politiche sociali e di assistenza alla persona, politiche giovanili, promozione della salute, terza età, Inclusione - Un bene confiscato “riutilizzato e restituito” ai cittadini, potremmo dire “abitato” dagli stessi. Il progetto ha messo a disposizione 10 posti di accoglienza e nei suoi quasi 9 anni di realizzazione ha accolto moltissimi beneficiari che hanno trovato a Villa Lea un luogo e un’opportunità per ridefinire il proprio progetto di vita».
«Siamo molto soddisfatti di questo risultato. Come Amministrazione continueremo a supportare le realtà locali nella presentazione di bandi, per quanto di nostra competenza, per proseguire sulla strada della legalità e della solidarietà sociale – conclude Elisa Troglia - Il progetto è fortemente radicato nella volontà della rete territoriale, insieme ad Enti pubblici, Ciss 38 e realtà del terzo settore che operano quotidianamente e danno vita, insieme, a percorsi di solidarietà sociale e progettazioni individuali sulle strade della legalità e autonomia».