IVREA - Martedì 12 novembre ci sarà un Consiglio regionale aperto sulle condizioni di lavoro della polizia penitenziaria. Le consigliere regionali di Alleanza Verdi Sinistra hanno visitato quasi la totalità delle carceri piemontesi: in un sistema che non rispetta i diritti delle persone detenute, lavorare nelle carceri è sempre più difficile.
«Lo abbiamo promesso e lo stiamo facendo: i sopralluoghi nelle carceri piemontesi sono una nostra priorità di mandato, con l'obiettivo di conoscere da vicino le condizioni di vita delle persone detenute, confrontarsi con il personale penitenziario e denunciare le gravi carenze strutturali, sanitarie e sociali che caratterizzano il sistema penitenziario regionale, ormai incapace di garantire i diritti dei detenuti e di supportare adeguatamente chi vi lavora» dichiarano Alice Ravinale, Giulia Marro e Valentina Cera , consigliere regionali di AVS. I sopralluoghi hanno riguardato diverse strutture, tra cui quelle di Torino, Cuneo, Biella, Ivrea, Fossano, Saluzzo, Asti, Alba e Alessandria.
Le consigliere fanno anche un’analisi delle difficoltà del personale di polizia penitenziaria, sottolineando la carenza di organico in molti istituti, con un grande senso di solitudine. Spiega Ravinale: «Basti pensare che in un carcere come quello di Ivrea, dove sono stata con Valentina Cera lo scorso venerdì, manca un comandante e mancano ispettori. Ma se non si risolve la situazione di sovraffollamento e non si migliorano le condizioni di detenzione, non potranno mai migliorare nemmeno le condizioni di lavoro degli agenti. Servirebbe ragione di misure alternative e di indulto, e invece il paradosso è che con questa situazione il Governo vuole aumentare i reati e inasprire le pene».
Le consigliere lavoreranno per portare in Regione istanze non più rinviabili: incremento delle risorse per il personale sanitario e medico, con l'introduzione di nuove figure professionali specializzate, in particolare per il trattamento delle problematiche psichiatriche; potenziamento delle attività educative e di reinserimento sociale, per garantire che i detenuti possano avere accesso a una formazione adeguata e a percorsi di recupero; introduzione di un sistema di mediazione culturale, per rispondere adeguatamente alle necessità dei detenuti stranieri, e garantire il diritto alla rappresentanza religiosa per tutti i credenti. «Non possiamo accettare che le condizioni delle carceri piemontesi e italiane continuino a violare i diritti fondamentali delle persone detenute. La situazione tradisce i principi costituzionali e deve essere affrontata con urgenza», concludono le consigliere.