IVREA - Il Consiglio comunale di Ivrea, ieri sera, ha detto un «no» chiaro all'apertura della cava di San Bernardo. Tredici voti su tredici a favore dell’ordine del giorno presentato dal Comitato No Cava, che da mesi si batte contro il rinnovo dell’autorizzazione a Cogeis Spa per un impianto mai attivato e oggi sempre più fuori contesto. La svolta politica è arrivata quando il Consiglio ha deciso di convergere sulla proposta scritta dai cittadini. Un gesto che ha riconosciuto il valore della partecipazione del Comitato e l’urgenza di tutelare un territorio profondamente cambiato.
La cava, autorizzata dieci anni fa ma mai avviata, è tornata al centro del dibattito pubblico in un quartiere trasformato: nuove abitazioni, nuove famiglie, nuovi bisogni. La richiesta di rinnovo, formalmente legittima, è apparsa come un’imposizione calata dall’alto. La comunità ha scoperto tutto solo pochi giorni prima della conferenza dei servizi decisiva, fissata per il 5 marzo 2025, senza essere mai stata coinvolta.
Oggi, la prospettiva di una cava a ridosso delle case significa polveri sottili, rumore, barriere artificiali alte cinque metri e un incremento pesante del traffico merci. Un impatto ambientale e sociale che i residenti non sono disposti a tollerare. La cava di San Bernardo, per Ivrea, non si deve fare. E il messaggio arriva forte e chiaro anche a Torino visto che toccherà alla Città metropolitana esprimere l'ultima parola.