IVREA - L'Associazione «Centro Documentazione Pace» con sede nella Biblioteca Civica di Ivrea, ha informato il sindaco Matteo Chiantore, l'amministrazione comunale, insegnanti e cittadini, della chiusura delle attività del centro con decorrenza giugno 2024, dopo 40 anni di attività. L’Associazione si costituì nel dicembre 1983, si formalizzò con atto pubblico nel 1996 e dal 1997 è stata iscritta all’Albo Regionale della Regione Piemonte nel settore Impegno Civile.
Lo “scopo sociale” dell’Associazione è stato quello di operare nell’ambito della educazione alla pace, raccogliere documentazione sui problemi della pace, della convivenza, dei rapporti fra culture diverse e cercare vie per la soluzione non violenta dei conflitti. Nel corso degli anni sono stati promossi per la cittadinanza e per la scuola corsi di formazione, dibattiti ed incontri, mettendo a disposizione le proprie conoscenze, il materiale di documentazione, collaborando con l’Amministrazione Comunale e realizzando progetti per le scuole, approvati e sostenuti dalla Provincia di Torino.
Tale attività ha portato ad operare sia con le scuole primarie di 1° grado e 2° grado che con le medie e superiori affrontando il problema delle minoranze culturali e religiose a cui la scuola cominciava ad affacciarsi. In particolare si è proposta per tali scuole l’educazione alle differenze (culturali, religiose e di genere) con varie forme d’intervento: informazioni storiche, giochi di ruolo, fiabe, burattini, modalità di risoluzione nonviolenta dei conflitti (anche per insegnanti). Al Centro Migranti di Via Arborio si sono tenuti durante gli anni corsi di insegnamento della lingua italiana a studenti, adulti e mamme con bambini di cui si prevedeva la cura.
«Abbiamo lasciato all'amministrazione comunale, attraverso la vicesindaco Patrizia Dal Santo, che abbiamo avuto il piacere di incontrare, un testo che tratta più di 25 anni di attività nei confronti di luoghi di conflitto, conosciuti attraverso la presenza e azione nei luoghi difficili di volontari di Ivrea con il conseguente coinvolgendo culturale e sociale del territorio», dice Rosanna Barzan del Centro di documentazione Pace.