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IVREA - Si è tenuto giovedi in carcere a Ivrea un Consiglio Comunale convocato ad hoc per parlare della situazione della struttura penitenziaria della città. L’evento, organizzato anche in risposta ad un recente allarme lanciato dal sindacato autonomo della polizia penitenziaria, ha rappresentato un momento di grande importanza storica, in quanto sono meno di una decina a livello nazionale i Comuni in cui si sia mai tenuto un Consiglio comunale all’interno del carcere. 

E’ stata una sessione di ascolto, di scambio e di confronto tra la giunta e i consiglieri, la polizia penitenziaria, la direzione del carcere, una delegazione di detenuti e i rappresentanti delle associazioni coinvolte nella realtà carceraria. «Perché anche questo luogo è a tutti gli effetti un quartiere della città», come è stato sottolineato da più parti. Un esempio di buona politica, di quella capace di ascoltare e, soprattutto, interrogarsi sulle proprie possibilità di manovra. Problema non banale, come hanno sottolineato i sindacalisti della polizia penitenziaria: bene l'impegno ma per far cambiare qualcosa serve fare «massa critica» a tutti i livelli istituzionali.

I primi a prendere la parola sono stati proprio i detenuti che, da un lato, hanno segnalato i grossi passi avanti dell'ultimo anno, complice la nomina di una nuova direttrice e di un nuovo staff, e dall'altro hanno chiesto aiuto per risolvere alcuni problemi che si trascinano da anni e che vanno dal sovraffollamento delle celle, agli infissi ormai vetusti, alla carenza di medicinali e spazi all’aperto. I sindacati della polizia penitenziaria hanno sottolineato alcune importanti criticità che riguardano il personale e diversi intervenuti hanno lamentato la scarsa collaborazione dell'Asl To4. Da più parti si è levata la richiesta di attivare corsi di formazione e di lavoro per dare una mano ai detenuti dentro al carcere ma, soprattutto, una volta che saranno fuori.