IVREA-CHIVASSO - Buone notizie per la sanità canavesana. Gli ospedali del nostro territorio sono sempre più tecnologici, in modo da offrire ai pazienti prestazioni e servizi al passo coi tempi. In particolare, i medici dei nosocomi di Ivrea e Chivasso hanno a disposizione due nuovi ecocardiografi di ultima generazione. Si tratta di strumenti, uno a Ivrea e uno a Chivasso, che permettono la ricostruzione tridimensionale (3D) dell’anatomia cardiaca.
«L'acquisizione tecnologica tramite fondi PNRR – riferisce il dottor Walter Grosso Marra, direttore della Cardiologia di Ivrea – consente di consolidare l'attività del laboratorio ecocardiografico dell’ospedale di Ivrea, riconosciuto come laboratorio di secondo livello dalla società scientifica nazionale di Ecocardiografia (SIECVI), sia per quanto riguarda l’ecocardiografia cardiovascolare generale sia per quanto riguarda l’ecocardiografia transesofagea, incluso il trattamento della cardiopatia strutturale».
Sono importanti per la cura e trattamento delle malattie cardiovascolari. La possibilità di ottenere immagini a elevata risoluzione con ricostruzione tridimensionale consente, infatti, di inquadrare la patologia valvolare e di definirne la corretta indicazione chirurgica nell’ottica della riparazione e non della sostituzione delle valvole cardiache. L'ecocardiografia tridimensionale consente, inoltre, l'inquadramento della patologia strutturale (per esempio della valvola mitralica, della valvola aortica, del setto interatriale) e il monitoraggio delle procedure interventistiche mininvasive. I nuovi ecocardiografi dispongono anche di un software che permette una diagnosi precoce in caso di sospetta cardiotossicità da chemioterapici e/o da radioterapia.
Conclude il dottor Claudio Moretti, direttore della Cardiologia di Chivasso: «Queste due nuove apparecchiature ci consentono di concretizzare il ruolo del PNRR ai fini di una cura sempre più moderna delle patologie cardiovascolari. Per quanto riguarda la Cardiologia Chivasso, la disponibilità di più apparecchi consente in molte circostanze di effettuare l’ecocardiogramma nell’ambito della visita cardiologica, permettendo di concludere il percorso diagnostico già in occasione del primo accesso».