IVREA - Sono trascorsi esattamente 4 mesi dalla sua istituzione ma il nuovo Parco provinciale dei 5 Laghi di Ivrea non esiste ancora e nemmeno si sa quanti soldi avrà a disposizione per il suo funzionamento. «Siamo appena alla presentazione di una bozza di Piano di strategico per la futura gestione del Parco – sottolinea il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – questo, mentre dal 1 giugno, l’entrata in funzione sulla carta del nuovo Parco ha già prodotto l’effetto di bloccare il contenimento dei cinghiali. Per ricominciare con gli abbattimenti dovremo aspettare i nuovi piani faunistici del Parco. Intanto, i danni da cinghiali continuano».
Ma Coldiretti Torino teme anche che questo Parco, nato dopo 30 anni con una concezione di tutela passiva che risale al secolo scorso, non ponga al centro lo sviluppo sostenibile dell’area valorizzando le imprese agricole del territorio. «Nelle prime proposte per il futuro del nuovo Parco abbiamo trovato solo temi secondari e nessuna visione davvero strategica. Ci voleva un Parco per promuovere i percorsi escursionistici più conosciuti del Canavese? Ci voleva un Parco per la regolazione del traffico veicolare e per implementare un servizio navette? Ci voleva un Parco per realizzare un nuovo parcheggio o un servizio di videosorveglianza contro la microcriminalità? Non bastavano i piani regolatori e le delibere comunali?».
Coldiretti Torino, in alternativa al nuovo soggetto burocratico, ha presentato un Piano per lo sviluppo sostenibile del territorio con azioni concrete da affidare alle aziende agricole e da attuare subito. «Gli agricoltori che vivono e lavorano nei comuni dei 5 laghi devono essere i protagonisti di una svolta economica e sociale che metta al centro lo sviluppo green dell’Eporediese. Invece, il nuovo Parco aggiunge soltanto burocrazia e posti di comando che faranno penare le aziende agricole e i cittadini per ottenere qualunque permesso che oggi si ottiene recandosi in Comune. E questo, mentre tutte le tutele ambientali c’erano già trattandosi di un Sito della Rete Natura 2000 a protezione speciale».
Inoltre, si continua a eludere il tema dei costi del nuovo Parco. Coldiretti Torino chiede quante risorse economiche verranno sottratte allo sviluppo sostenibile della zona dei 5 laghi perché necessarie semplicemente a coprire i costi di funzionamento del nuovo Parco gestito dalla Città Metropolitana. «Vogliamo sapere quanti soldi sono stati messi a bilancio dal consigliere delegato alle aree protette provinciali della Città Metropolitana, il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchero, per coprire le nuove spese che la Città Metropolitana dovrà coprire nell’immediato. Quanti soldi sono previsti per realizzare una sede operativa del Parco? Quanti soldi stanziati per il funzionamento ordinario e per i mezzi del personale? Quanto personale sarà dedicato alla vigilanza e alla gestione burocratica del Parco? Si è detto che le risorse dovranno essere trovate attraverso bandi europei e fondi nazionali o regionali visto che la Regione ha approvato il Parco senza una dotazione finanziare per non pesare sulle finanze regionali. Ma se non ci sono soldi dove si troveranno le risorse per fare funzionare questa scatola vuota? Speriamo che ai cittadini non sia chiesto di pagare un biglietto di ingresso per passeggiare nei boschi o per fare il bagno nel lago Sirio: un biglietto per mantenere la burocrazia del Parco».