IVREA - Lo scorso otto aprile, il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha firmato la legge che istituisce il «Parco dei Cinque laghi di Ivrea», nel territorio compreso tra i laghi Nero, Pistono, Campagna, San Michele e Sirio nei Comuni di Ivrea, Montalto Dora, Borgofranco, Cascinette e Chiaverano. La scorsa settimana i sindaci, insieme ai consiglieri regionali Andrea Cane (Lega) e Alberto Avetta (Pd), hanno fatto il punto della situazione in municipio a Ivrea.
«Quello del Parco è un risultato di territorio che va bene oltre i colori politici visto che dobbiamo tanto ad Andrea Cane della Lega quanto ad Alberto Avetta del Pd - ha detto il sindaco di Ivrea, Matteo Chiantore - nell'ultimo periodo sono state sollevate imprecisioni e osservazioni ma questa è una opportunità per il territorio, niente di più e niente di meno. Non è previsto alcun consiglio di amministrazione e la gestione dell'ente sarà a carico della Città metropolitana: quindi chi parla di poltrone non sa cosa dice. Ci sarà un comitato consultivo a titolo gratuito del quale faranno parte anche le associazioni. Non cambia nulla di quella che è la situazione dei vincoli ma è un modo per valorizzare il contesto dell'anfiteatro morenico».
Il sindaco di Montalto Dora, Renzo Galletto, ha fatto un po' di cronistoria: «Questa è un'avventura iniziata nel 1984: già allora si parlava del parco, allora improponibile. Grande soddisfazione arrivare a questo risultato. Nulla cambia per le normative di vincolo dato che eravamo già un'area Sic. L'operazione avrà un senso se arriveranno delle risorse. Perchè turismo vuol dire fare economia. Se evitiamo di "museificare" il territorio e facciamo promozione turistica che guarda non solo al locale ma anche altrove, se sapremo essere unici anche a livello di proposte, allora sarà un progetto ben fatto».
Il sindaco di Chiaverano, Maurizio Fiorentini, ha ricordato invece il sacrificio del cigno Baldassarre: «Nel 2016 se non fosse morto lui forse oggi non saremmo qui. Dalla sua morte si è tornato a parlare del parco. Il percorso non è stato semplice. All'inizio nessuno era contrario. Speravamo che il Consiglio regionale fosse più veloce ma un teatrino di basso livello ha rinviato il via libera a lungo. Diciamo che abbiamo segnato all'ultimo rigore dopo che abbiamo perso quattro anni. Ora il parco c'è e bisogna investire e fare modo che arrivino le risorse».
Soddisfatto il primo cittadino di Borgofranco, Fausto Francisca: «Già nel 1985 c'era stata unanimità tra i Consigli comunali: non c'era destra o sinistra. Coldiretti ha fatto le barricate perché emanazione di un partito e questo partito ha iniziato a fare ostruzionismo. Peccato che questo Parco sia nato dal basso, dalla popolazione: assurdo non sostenerlo. Questa polemica è stata strana anche perché i tempi sono maturi per procedere. Guardate cosa è successo con il Parco del Gran Paradiso: queste aree migliorano la qualità della vita delle nostre comunità. Ben vengano».
Anche il sindaco di Cascinette, Davide Guarino, guarda avanti: «Il Parco c'è e ora dobbiamo mettere in piedi attività e processi per fare in modo che diventi meta per viaggiatori e visitatori. Abbiamo già incontrato Città metropolitana per il piano di sviluppo economico. Perché dobbiamo costruire una serie di strutture per la ricettività, una strategia ben delineata con business plan e un traguardo per i prossimi venti anni. Senza scomodare le Langhe, oggi possiamo arrivare ad area di eccellenza in grado di portare qui gente da ogni parte del mondo. Invito a partecipare anche chi pensa che questa sia una scatola vuota. Tocca a noi animarla e dargli un futuro».
Andrea Cane, consigliere regionale della Lega, relatore della proposta poi passata in Consiglio regionale, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. «C'è sempre stata unità d'intenti sul territorio a livello politico e amministrativo. Per una volta il Canavese ha fatto squadra per davvero. Le polemiche non sono nemmeno strane perché a breve si vota quindi ognuno sgomita. Quando sei in Consiglio regionale o si portano avanti dei progetti o si piagnucola di quello che non si riesce a fare. Qui c'è stata una diatriba ma siamo riusciti a portare a casa il risultato e per me è stata una grande soddisfazione. Chi parla di poltronificio parla a vanvera o forse perché in questi cinque anni non ha portato a casa nulla. Stesso discorso vale per i consiglieri comunali di Ivrea che, dalla minoranza, parlano senza averne titolo».
Soddisfatto il consigliere regionale Pd, Alberto Avetta: «Il tema del Parco esisteva anche quando ero assessore provinciale. Solo grazie alla determinazione dei sindaci siamo arrivati al risultato. Ora guardiamo con occhio prospettico in avanti. Ci dovremo occupare di trattare con la Città metropolitana le migliori condizioni di gestione del Parco. Non è l'unica area che l'ente gestisce e, come avvenuto per Candia, si procederà un passo alla volta per mettere in equilibrio la fruibilità del parco e la tutela ambientale e naturalistica. Noi abbiamo fatto la nostra parte in Consiglio regionale, insieme al collega Cane e a Giorgio Bertola che per tante volte ha chiesto di votare questa legge. Ora guardiamo avanti».