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CANAVESE - La Lega ha presentato una mozione che impegna il governo ad impedire il blocco anticipato delle vetture euro 5 in Piemonte e trovare soluzioni alternative che consentano il rispetto dei limiti previsti dala direttiva europea sulla qualità dell'aria. Il blocco dei diesel euro 5, che dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, essere operativo dal 15 settembre 2023 (pur con qualche deroga ancora da definire e con la possibilità di percorrere fino a 9mila chilometri installando il sistema Move-In), metterà in condizione di grande difficoltà i cittadini dei Comuni peggio serviti dai mezzi pubblici e obbligati a utilizzare l’automobile privata per ogni spostamento, come quelli dell’area nord est di Torino. È una criticità che sottolineano i sindaci aderenti all’Unione Net (Borgaro, Caselle, Leinì, San Benigno Canavese, San Mauro, Settimo, Volpiano) e all’Unione del Ciriacese e del Basso Canavese, con i due comuni coinvolti nel provvedimento, Ciriè e San Maurizio Canavese.

«Nessuno mette in discussione la necessità di intervenire per contrastare l’inquinamento atmosferico - sottolineano Renato Pittalis, presidente di Unione Net e sindaco di Leini, e Loredana Devietti, dell’Unione del Ciriacese e del Basso Canavese e sindaca di Ciriè, rilanciando posizioni già espresse negli scorsi giorni da altri amministratori come la sindaca di Settimo Elena Piastra - anche attraverso i blocchi delle automobili più inquinanti, ma chi non può più utilizzare la vettura privata deve avere un’alternativa concreta per i suoi spostamenti. Un cittadino di Leini, per esempio, impiega un’ora e mezza per raggiungere Torino con la linea 46, l’unica a sua disposizione. A Ciriè e San Maurizio da anni si aspetta il collegamento con il centro di Torino tramite il servizio ferroviario metropolitano, ma i lavori non saranno completati prima del 2024. Sono due casi limite che testimoniano la disparità di trattamento tra cittadini e zone della città metropolitana. Senza una seria politica di potenziamento dei trasporti pubblici locali, i blocchi creano delle disparità che non sono tollerabili».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Alberto Graffino, sindaco di San Benigno Canavese: «Condivido quanto detto dal presidente Pittalis e dalla sindaca Piastra, non solo per solidarietà, ma anche perché i legami lavorativi e commerciali dei nostri concittadini con il capoluogo e i comuni limitrofi sono irrinunciabili e molto forti. Auspico una soluzione mediata».