LEINI - La notizia della chiusura del Capirone, la storica casa di riposo di Leni, ha fatto infuriare i parenti dei trenta anziani ospiti che ad oggi non hanno certezze su tempi e modi del trasferimento ad altre strutture. Ad agosto scorso, l’amministrazione decise di concedere in comodato d’uso la struttura all’Asl To4 per realizzarvi una Casa di Comunità. Una scelta obbligata anche dai costi di gestione che rendono la Rsa non più economicamente sostenibile: genera un buco di bilancio annuale di circa 300 mila euro e inoltre necessiterebbe di interventi di riqualificazione per evitare la revoca dell’autorizzazione da parte dell’autorità sanitaria.
L’amministrazione Pittalis aveva annunciato la costruzione di una nuova Rsa, in via Volpiano, e quindi i famigliari pensavano che il trasferimento dei loro cari sarebbe avvenuto solo a completamento della nuova residenza che ad oggi non è neppure finanziata. Ora, però, l’Asl To4 ha necessità di disporre della struttura, pena la perdita dei fondi del Pnrr. I parenti preoccupati insorgono: «Verranno sradicate persone anziane fragili che subiranno un danno alla salute psicofisica enorme. Ci sono dei contratti in essere e li faremo valere in tutte le sedi opportune».
Sulla vicenda prende posizione il circolo cittadino del PD: «Non siamo contro la realizzazione della Casa di Comunità – spiega il segretario Luca Torella - ma sulle modalità adottate dall’amministrazione, che ha calato dall’alto questa decisione senza neppure informare i diretti interessati e per cui pare esista solo il fattore economico e non la dimensione umana delle famiglie e dei lavoratori di quella struttura».
Anche Francesco Faccilongo, capogruppo di Progetto Leini, esprimendo solidarietà ai familiari stigmatizza l'allontanamento dei loro cari dal Capirone: «Il nostro gruppo si adopererà affinché il trasferimento delle persone ricoverate venga prorogato fintanto che l’Amministrazione non sia in grado di offrire soluzioni condivise e concordate con i cittadini interessati». (S.i.)