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LEINI - Prosegue con grande successo di pubblico la rassegna «Parole a colori – Leini incontra i protagonisti del nostro tempo», promossa dall’Assessorato alla Cultura e coordinata dal direttore artistico del Teatro Civico Pavarotti, Roberto Piana. Martedì sera, sul palco è stato chiamato Don Luigi Ciotti, fondatore di «Libera» e del «Gruppo Abele». A fare gli onori di casa l’Assessore Luca Conforti, che ha condotto la serata toccando diversi temi come la pace, la legalità, i diritti umani e la giustizia sociale. 

Don Ciotti ha evidenziato il ruolo che possono avere le persone comuni, e soprattutto i giovani, nel creare una società più giusta e libera: «I giovani, ci sono, basta saperli ascoltare e coinvolgere». Non solo, ha richiamato l’attenzione del pubblico su tutti quei problemi che la politica non ha mai affrontato alla radice: «Fino a quando ci saranno persone senza lavoro, senza un’abitazione, che non hanno la possibilità di essere accolte o di poter accedere a dei servizi dignitosi, non si può parlare di libertà». Infine, con energia e umiltà, il “prete degli ultimi”, come ama definirsi, ha ricordato quanto sia importante unire i nostri “io” per creare dei “noi”, potenti ed autentici, poiché «L’essenza della vita sono le relazioni».

I temi affrontati nella serata si possono ritrovare nell’ultimo libro di Ciotti «L’amore non basta», una sorta di autobiografia collettiva, dell’uomo di fede ma anche rivoluzionario che continua a battersi per una società più giusta. «La serata di ieri sera è stata potente ed emozionante – evidenzia Conforti - Le parole di don Luigi Ciotti hanno risuonato tra le mura del Teatro Pavarotti, ma soprattutto nelle menti e nelle nostre coscienze. Le sue parole sono attivanti e sono fondamentali per orientarci verso la costruzione di una cultura del rispetto, dell’accoglienza e della pace. Ci tengo in particolar modo a ringraziare Roberto Piana, che ha permesso di realizzare questo incontro. Grazie Roberto anche per l’impegno e l’autenticità. Grazie all’amministrazione, ai funzionari e alle funzionarie e a tutto lo staff del Teatro: la cultura si fa insieme». (S.i.)