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LEINI - Domenica 13 aprile 2025, il Teatro Civico Pavarotti di Leini ha ospitato un intenso momento di riflessione grazie alla testimonianza di Patrick Zaki. Il giovane ricercatore egiziano, reduce da una lunga e ingiusta detenzione nelle carceri egiziane, ha toccato profondamente il pubblico con il suo racconto sulla privazione della libertà. L'incontro, che ha visto una nutrita partecipazione, ha acceso i riflettori sul valore assoluto di questo diritto fondamentale, analizzato con lucidità e passione dallo stesso Zaki. Ad aprire la serata è stato l'assessore alla cultura Luca Conforti, il quale ha subito posto l'accento sulla necessità di una riflessione costante sul significato di libertà, un concetto spesso dato per scontato nella società odierna.

«La libertà è un dono troppo prezioso – ha dichiarato Zaki con fermezza – ma è un dono che richiede una difesa quotidiana, specialmente in un contesto globale in cui i diritti vengono troppo frequentemente calpestati». Le sue parole hanno risuonato con particolare forza tra i presenti, in un'epoca segnata da crescenti preoccupazioni per le libertà individuali in diverse nazioni. Con una lucidità disarmante e scevra da retorica, Zaki ha ripercorso i difficili anni della sua prigionia in Egitto, denunciando la sofferenza e l'ingiustizia di un sistema che non solo lo ha privato della libertà personale, ma ha tentato di cancellarne l'identità e l'impegno civile. Nonostante le dure condizioni carcerarie, Zaki ha saputo trovare la forza di resistere e di continuare a credere in un mondo più giusto, solidale e libero, erigendosi a simbolo di resilienza.

La serata è stata introdotta anche dagli interventi di Marco Balbo e Ivan Biacolella, due giovani che avevano precedentemente partecipato a un viaggio promosso dal Comune verso Cracovia e i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Le loro testimonianze hanno offerto un'importante prospettiva sulla memoria storica e sulla cruciale lotta contro ogni forma di discriminazione, non solo razziale, ma anche sociale e politica. A chiudere l'incontro è stato il sindaco Luca Torella, con una riflessione incisiva sulle persistenti violazioni dei diritti umani e sull'inestimabile valore della libertà. «Ogni uomo nasce libero e uguale nei diritti», ha ricordato il primo cittadino, citando l'articolo 1 della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1789, un richiamo quanto mai attuale in un'epoca in cui il rischio di perdere la libertà appare concreto, sebbene a volte in maniera subdola.

L'assessore Luca Conforti ha poi sottolineato come l'appuntamento al Teatro Pavarotti non fosse solo una commemorazione della liberazione del Paese, ma un monito a ricordare che la libertà di cui oggi si gode non è un'acquisizione scontata, bensì il risultato di un lungo percorso di lotte, sacrifici e resistenza. Ha aggiunto che la libertà è intrinsecamente legata alla comunità, alla partecipazione attiva e al contrasto deciso contro ogni forma di razzismo, fascismo e violenza.

Il messaggio lanciato da Patrick Zaki è stato potente e inequivocabile: la libertà non è una conquista definitiva, ma una battaglia da combattere quotidianamente. La sua scelta di non cedere al silenzio, nonostante le sofferenze patite, rappresenta un fulgido esempio di resistenza e di attivismo civile. Attraverso la sua testimonianza, Zaki continua la sua lotta per i diritti umani, nonostante le cicatrici della prigionia, dimostrando che la resistenza si manifesta anche in scelte quotidiane, nell'impegno civile e nella ferma opposizione all'indifferenza. L'incontro si è configurato come un pressante invito a non dare mai per scontata la propria libertà e a impegnarsi attivamente nella difesa dei diritti altrui, esortando a non volgere lo sguardo di fronte alle violazioni della libertà altrui. La libertà, è stato ribadito con forza, non è un bene individuale, ma un patrimonio collettivo che richiede un impegno costante, solidale e condiviso per essere preservato. (S.i.)