LOMBARDORE - Il Ministero dell'Ambiente ha dato parere favorevole alla realizzazione del parco fotovoltaico che dovrebbe sorgere tra Lombardore e San Benigno Canavese. L’ok arrivato da Roma non è affatto piaciuto al movimento spontaneo canavesano di tutela dell’ambiente «Gli amici del parco della Vauda», che ha invitato i lombardoresi a «svegliarsi» e prendere posizione forte sulla vicenda.
«Possiamo solo evidenziare che il Ministero nonostante sia cambiato il Ministro, non rinuncia a seguire i dettami di una moda che catastroficamente si allinea al pensiero unico fortemente ideologizzato – scrivono dagli Amici del parco della Vauda - In compenso noi, rinunceremo ad un territorio di campi coltivati, ad una vista che con i suoi meravigliosi colori è (era) rilassante e rinunceremo a decine di quintali di cereali che quei terreni producono (producevano). Una mancata produzione evidenziata con preoccupazione, dalla Coldiretti che ha invitato agricoltori e amministratori pubblici, ad opporsi al consumo di suolo che queste installazioni comportano. Ovviamente non mancano neppure i pareri "tecnici" di chi per sostenibilità intende quella dei propri conti aziendali».
«La favola dell'agrivoltaico è una sonora presa in giro – spiegano dal sodalizio - Tale installazione, oltre a comportare una minore incidenza del sole, aumentando l'ombreggiatura del terreno e quindi l'umidità, ha comunque bisogno di strade per il passaggio dei mezzi pesanti che trasportano ed installano i pannelli. Strade che verranno mantenute per gli accessi manutentivi degli apparati. Hanno bisogno di strutture in calcestruzzo dove alloggiare le apparecchiature necessarie ad immettere in rete l'energia prodotta. Hanno bisogno di cavidotti che comportano scavi la cui terra (fertile) di risulta verrà portata in qualche discarica e tutto ciò, senza pensare alla difficoltà di coltivare e di raccogliere passando attraverso una foresta di pali di ferro che assicurano i pannelli al terreno. Come abbiamo già ripetuto sino alla nausea, i pannelli fotovoltaici stanno bene sui tetti di qualsiasi edificio, come copertura per i grandi parcheggi, nei terreni irrimediabilmente compromessi e via elencando».
«Ormai le speranze d'incidere sulla decisione ministeriale, sono pressochè nulle – concludono gli Amici del parco della Vauda - I nostri amministratori comunali andranno a parlarne in Città Metropolitana (che aveva già dato parere favorevole) e in Conferenza dei Servizi ma avranno ben poche probabilità di far valere il voto negativo espresso in Giunta e in Consiglio verso questo immotivato consumo di suolo. Arrendersi non è mai una buona scelta soprattutto visto l'argomento. Bisogna però, che adesso si sveglino anche i lombardoresi perchè l'ultima resistenza, fattiva e d'impatto, non può che essere la loro».