TORINO - Una quarantina di sindaci del Canavese, senza alcuna distinzione di colore politico, ha manifestato questa mattina, martedi 25 luglio 2023, sotto le finestre del Consiglio regionale del Piemonte a Torino, a sostegno della costruzione del nuovo ospedale dell'Asl To4 a Pavone Canavese, vicino al casello autostradale. La Regione, una decina di giorni fa, ha invece annunciato di voler costruire la nuova struttura nell'area ex Montefibre di Ivrea. I sindaci, nel corso della mattinata, sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia. Ad attenderli anche diversi consiglieri regionali, a partire da Mauro Fava, e l'assessore Marrone.
Ecco il documento che il primo cittadino di Rivarolo Canavese, Alberto Rostagno, ha letto a nome di tutti i sindaci.
«In qualità di sindaci del territorio canavesano, in rappresentanza di oltre 110.000 cittadini, sentiamo l’obbligo civile e morale di portare a Voi le istanze dei nostri concittadini che da molto tempo attendono una scelta definitiva da parte della Regione Piemonte sulla collocazione del nuovo ospedale di Ivrea e del Canavese. Scelta che dopo più di tre anni di incontri, studi e ricerche l’assessore regionale alla Sanità rimanda all’assemblea dei Sindaci dell’Asl To4.
Lo studio Ires, commissionato dalla Regione Piemonte per identificare la scelta migliore per l’allocazione del nuovo ospedale di Ivrea e del Canavese, assegnava un punteggio di 78 punti all’area Ribes e un punteggio di 58 punti all’area ex Montefibre. Ieri (lunedì 24 luglio 2023) con una nota l’assessorato alla Sanità informava che era stato inviato alla conferenza dei Sindaci dell’Asl To4, per l’espressione di un parere, lo studio tecnico aggiornato sulla valutazione dei siti, in virtù della realizzazione di un nuovo casello autostradale a San Bernardo d’Ivrea. Poco dopo la nota dell’assessorato è arrivata la convocazione dell’assemblea dei Sindaci dell’Asl To4, in via d’urgenza, per venerdì prossimo, con all’ordine del giorno la votazione della localizzazione del sito del nuovo ospedale.
Non abbiamo avuto la possibilità di vedere lo studio aggiornato, chiediamo di poterlo vedere fin da subito, fonti giornalistiche riferiscono il ribaltamento dello studio iniziale grazie all’ipotetica realizzazione del casello autostradale di San Bernardo d’Ivrea.
Se la spinta per orientare la scelta verso l’area ex Montefibre, dove si consumerebbe meno suolo, è stata così forte da proporre di costruire un casello autostradale pur di far aumentare il punteggio c’è qualcosa che ci sfugge.
Tale visione è un paradosso: da un lato non si vuole consumare suolo e dall’altro lo si consumerebbe ancora di più con la realizzazione del nuovo casello autostradale. L’autostrada Torino-Aosta raggiungerebbe così il primato nazionale di 4 caselli autostradali (Ivrea, San Bernardo d’Ivrea, Scarmagno, San Giorgio), oltre al casello di Albiano d’Ivrea, in 25 chilometri; ci risulta che è in atto un contenzioso legale tra Ativa e altro operatore per l’assegnazione del bando autostradale che richiederà l’intervento della Corte europea con blocco di ogni attività programmatoria.
L’esperienza Covid ci ha insegnato che nulla può essere dato per scontato e che il ripetersi di una pandemia non è una possibilità così remota. Non è più concepibile oggi utilizzare risorse pubbliche per costruire un ospedale peraltro non espandibile, collocato tra edifici scolastici, supermercati, uffici giudiziari e palazzi residenziali, come avverrebbe nella già congestionata area ex Montefibre di Ivrea, dove difficilmente si riuscirebbe a contenere il contagio in caso di pandemia.
Nell’area Ribes invece il nuovo ospedale, collocato a due chilometri dal centro della città di Ivrea, vicino al casello autostradale di Ivrea/Pavone, facilmente raggiungibile dai cittadini di Ivrea, da ogni parte del Canavese e della Valle d’Aosta, potrebbe essere realizzato con edifici costruiti a sviluppo in orizzontale, fuori dal centro abitato, nelle vicinanze delle caserme dei carabinieri e dei Vigili del Fuoco, con tutti requisiti che le più moderne linee guida d’ingegneria ospedaliera raccomandano.
Con la realizzazione del nuovo ospedale nel sito Ribes la viabilità non dovrà essere modificata in quanto già presente; l’urbanizzazione della zona Ribes è già esistente per la presenza del casello autostradale Ivrea/Pavone, così come il collettore fognario e il depuratore. Nelle vicinanze dell’area Ribes passerà il nuovo acquedotto del Gran Paradiso che Smat sta costruendo. Dovrà invece essere realizzato, indipendentemente dall’ubicazione del nuovo Ospedale, il nuovo Ponte Preti, snodo fondamentale per il collegamento tra l’eporediese e l’alto Canavese, che cittadini e amministratori chiedono da anni.
Sindaci, amministratori comunali, associazioni, gruppi, singoli cittadini hanno più volte evidenziato i sicuri rischi derivanti dall’edificazione del nuovo ospedale di Ivrea in una zona difficilmente raggiungibile e scarsamente espandibile. Recentemente, anche le equipe territoriali dei medici di medicina generale, che hanno ben presente l’importanza del fattore tempo quale salva vita, in particolare l’equipe n. 4 dell’Asl To4, si è espressa a favore dell’Area Ribes.
È evidente che la scelta di collocare il nuovo ospedale di Ivrea nell’area ex Montefibre è una scelta politica, la consideriamo un grave errore di visione strategica, ne prendiamo atto, l’assessore regionale deve assumersi la responsabilità della scelta evitando di prendere in giro amministratori e cittadini canavesani ed evitando la messa in scena della votazione dei Sindaci in assemblea, deve essere il Consiglio regionale a votare l’allocazione del nuovo ospedale.
Se così non sarà e toccherà a noi Sindaci votare ciò che l’assessore regionale alla Sanità ha deciso, la votazione in assemblea dovrà essere limitata ai sindaci dei territori interessati (Canavese occidentale ed eporediese). Non siamo più disposti ad ulteriori giochi politici sulla pelle dei cittadini che abbiamo l’onore di amministrare. A noi amministratori canavesani interessa il benessere delle nostre comunità, la scelta del sito più idoneo per la realizzazione di un nuovo ospedale deve essere una scelta lungimirante, valida per i prossimi 100 anni, non può essere condizionata dai giochi partitici.
Chiediamo che le nostre istanze siano recepite da tutti i consiglieri e trasmesse alla Giunta regionale, ai Capigruppo e al Presidente Alberto Cirio. Chiediamo altresì chiarimenti circa le conclusioni che si evincono dallo studio commissionato dalla Regione Piemonte all’agenzia privata AGM Project consulting di Milano sul riordino ospedale/territorio dell’Asl To4 rispetto alle scelte che potrebbero portare alla privatizzazione di alcuni importanti servizi/reparti dell’ospedale di Cuorgnè».