RIVARA - Lunedì pomeriggio, 11 dicembre 2023, nelle serre di villa Ogliani a Rivara, si è tenuto un convegno sulle opportunità per il territorio che possono derivare dalla creazione delle Comunità energetiche. Un appuntamento che ha visto la presenza di numerosi amministratori locali e rappresentanti delle aziende canavesane e che è stato organizzato dal consigliere regionale Mauro Fava insieme al portavoce dell’Area omogenea, il sindaco di Cuorgnè Giovanna Cresto, e al «padrone di casa», il primo cittadino di Rivara Roberto Andriollo. A presentare le opportunità e le sfide connesse alla creazione delle Comunità energetiche, sono stati Fulvio Faletti, del Consorzio Energetico Torinese (Cet), e l’ex-parlamentare ed ex-assessore regionale Claudia Porchietto, presidente di SmartCommunitiesTech, qui per conto di Evo Pscm Group, la società di consulenza legata a Cet.
«Le Comunità energetiche rappresentano un’opportunità da tenere bene in considerazione per il nostro territorio, perché offrono la possibilità di risparmiare sia alle aziende che ai singoli cittadini, e allo stesso tempo di potenziare la produzione di energia rinnovabile, con un beneficio indubbio sia per il portafoglio che per l’ambiente – spiega Mauro Fava (Forza Italia) – I progetti rientrano nei fondi del Pnrr e quindi in questo momento sono dal punto di vista economico particolarmente attrattivi, perché garantiscono l’accesso a forme di contributi e incentivi tariffari consistenti. Allo stesso tempo, però, devono essere completati entro il giugno del 2026, come tutti gli interventi che rientrano nel Piano nazionale di ripresa e resilienza».
«Questo non è che il primo di una serie di incontri che organizzerò insieme agli amministratori locali sul nostro territorio nei prossimi mesi: è fondamentale, infatti, il ruolo degli enti locali nella realizzazione delle Comunità energetiche, come trait d’union tra le aziende, i cui impianti fotovoltaici producono energia, e i cittadini, che di quell’energia devono poi essere, insieme agli edifici pubblici, i consumatori - ha concluso Mauro Fava - Le imprese, infatti, siano esse manifatturiere o commerciali, hanno interesse ad investire in impianti per la produzione di energia di modo da abbattere considerevolmente i costi di esercizio, ma poi non hanno la possibilità, né l’interesse, di andare a caccia di utenti ai quali cedere il surplus di energia prodotta, né tantomeno di gestire la parte tecnica e burocratica della Comunità energetica. Ed è qui che devono entrare in gioco le Amministrazioni, soprattutto se riunite sotto forma di associazione o fondazione».