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RIVARA - La vecchia discarica di Rivara passa sotto il controllo pubblico. Comune di Cuorgnè e Unioni montane (Val Gallenca e Alto Canavese) sono i nuovi proprietari del sito dismesso. Questo dopo l'ennesima sentenza (questa volta del Tar Piemonte) che ha dato torto agli enti pubblici «eredi» della vecchia Comunità montana. Comune di Cuorgnè e Unioni montane hanno deciso di smetterla coi ricorsi giudiziari e ora dovranno trovare una soluzione: a quanto pare dovranno essere spese risorse pubbliche per gestire l'impianto dismesso.

«La sentenza della Corte d'Appello di Torino, che ha confermato la pronuncia del Tribunale di Ivrea, e quella del Tar Piemonte, che ha respinto il ricorso da noi presentato contro la "retrocessione" dell'autorizzazione ambientale, sono state l'ennesima doccia fredda in una vicenda che ormai si trascina da lungo tempo in merito alla discarica di Rivara - dice in merito il sindaco di Cuorgnè, Giovanna Cresto -il comune di Cuorgnè, l'Unione Montana Alto Canavese e l'Unione Montana Val Gallenca, comproprietari del sito, in qualità di enti "successori" della Comunità Montana, anche a fronte del parere del proprio legale, non hanno potuto far altro che accettare l'esito dei procedimenti giudiziari. Conseguentemente, i tre enti, di comune accordo, hanno deliberato di non ricorrere in Cassazione ed al Consiglio di Stato, per evitare ulteriori spese, visto l'esito probabilmente negativo delle impugnazioni».

La discarica di Rivara, al confine con Pertusio, è chiusa dal 2000. Al suo interno sono stoccati 190mila metri cubi di spazzatura. Il rimbalzo di proprietà del sito è un altro dei pasticci del fallimento Asa, il consorzio pubblico affossato da un maxi debito di 80 milioni di euro. «Da diversi mesi, anche con il supporto di Cttà Metropolitana, abbiamo avviato un percorso per verificare quali attività post mortem siano ancora necessarie - dice il sindaco Cresto - non intendiamo sottrarci alle nostre responsabilità, in primis per garantire la salute dei nostri cittadini; resta però l'amarezza di essere chiamati a pagare per colpe non nostre, che derivano dalla gestione del Consorzio Asa, la cui colpa oggi ricade interamente sui Comuni. Siamo rimasti, come purtroppo si usa dire, gli ultimi con il cerino in mano».

La discarica di Rivara è anche tragicamente salita alla ribalta delle cronache nei primi mesi del 2016: nella vasca del percolato, infatti, Gabriele Defilippi e Roberto Obert gettarono il cadavere della professoressa Gloria Rosboch di Castellamonte, strangolata dall’ex allievo proprio all’ingresso dell’impianto.