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SAN BENIGNO CANAVESE - Si apre un primo spiraglio per tentare di superare l’impasse che si è creata negli scorsi mesi in merito alla futura gestione del bocciodromo di viale Lombardore a San Benigno Canavese. Lunedì 9 gennaio 2023, in comune una folta delegazione di soci dell’attuale gestore dell’impianto, l’Asd bocciofila sanbenignese, guidata dal presidente, Gina Fiore, e dal vice, Sergio Rossetti, ha incontrato il sindaco, Alberto Graffino, e gli esponenti dell’amministrazione comunale.

E’ stata una discussione vivace, durata a lungo, per cercare di risolvere tutti i nodi legati al rinnovo della convenzione tra le parti. «Abbiamo chiesto al Comune solamente di dirci con chiarezza cosa intende fare – spiegano dal direttivo della Asd Bocciofila sanbenignese – Gestiamo l’impianto da una trentina d’anni. La proroga di sei mesi della convenzione in scadenza che ci era stata proposta ci è sembrata uno sfratto mascherato. Non abbiamo potuto far altro che rifiutarla. E’ inconciliabile con le precise dinamiche burocratiche che ci sono quando si gestisce un’associazione: dall’affiliazione a specifici enti al pagamento delle tasse e delle assicurazioni. Dovrebbero saperlo. Un sodalizio come il nostro ha circa 3 mila euro di spese fisse all’anno. Non ci siamo sentiti di chiedere, in questo delicato momento, un ulteriore sforzo ai nostri soci per poi magari a giugno dover lasciare la struttura».

«La passione per le bocce dei sanbenignesi risale alla metà degli anni sessanta, quando un gruppo di volenterosi arditi crea dal nulla un paio di campi tra i filari del pioppeto a fianco dell’Istituto Salesiano. Eventi successivi costringono il gruppo alla migrazione. Nel 1983 nasce la Società bocciofila sanbenignese e negli anni ’90 con la costruzione del nuovo bocciodromo di via Lombardore si insedia nella struttura. Un legame giunto, tra alti e bassi, molti interventi migliorativi, nessun finanziamento e qualche esondazione del fiume, fino ai giorni nostri – spiega Sergio Rossetti, vice presidente e segretario della società gestrice del bocciodromo – Abbiamo resistito anche alla pandemia. Certo rispetto ai 300 soci di una 15ina di anni fa oggi siamo circa 130 tesserati, ma rimaniamo comunque un importante punto di ritrovo e centro di aggregazione. Ci spiace che questo non sia stato colto. Se ci costringeranno ad abbandonare la bocciofila, dopo lustri di spensierata socialità, i praticanti delle bocce migreranno verso altri impianti canavesani, quelli che giocavano a carte verso qualche tavolino del bar del paese mentre molti finiranno confinati a casa davanti al dispensatore di poveri intrattenimenti televisivi. Sarebbe davvero un peccato». 

Sulla vicenda, dal Comune sottolineano che si potrebbe pensare come soluzione ad una manifestazione di interesse o ad un bando per la gestione della struttura a cui potrà partecipare l’Asd bocciofila sanbenignese. Il sindaco, inoltre, puntualizza: «Non è vero che vogliamo privatizzare quella struttura e non vogliamo sfrattare nessuno. Il “problema” della bocciofila nasce ben prima del nostro arrivo in amministrazione. Economicamente il Comune non si può fare carico delle loro spese. So che hanno una quota di tesseramento piuttosto bassa, potrebbero fare dei ragionamenti in questa direzione per i costi della gestione che devono affrontare. Per quanto riguarda la convenzione, questa è scaduta a fine anno. Abbiamo proposto all’Asd una proroga di 6 mesi per permettere a noi e a loro di ragionare sul futuro della gestione e, soprattutto, per allineare la scadenza della convenzione della bocciofila con quella dell’attiguo campo da calcio. Questo perché la gestione unitaria dei due impianti ci sembra funzionale. Il nostro obiettivo, come amministrazione, è quello di rendere fruibile quell’area alla maggior parte dei sanbenignesi, valorizzandola dal punto di vista culturale, sociale e sportivo. Non è, infine, vero che non ci occupiamo delle associazioni del territorio. Stiamo, infatti, liberando il piano terra di villa Volpini proprio per destinarlo a spazio per le iniziative dei sodalizi locali».