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SAN BENIGNO CANAVESE - Una città a misura di tutti. E’ il sogno di Pasquale Mazzitelli, portatore di handicap residente a San Benigno Canavese. Sulla sua sedia rotelle il 57enne, nei giorni scorsi, ha dato vita a un piccolo percorso urbano, un giro in centro per «testare» le difficoltà che le persone con disabilità, ma anche mamme, che spingono passeggini, e anziani possono incontrare nei loro spostamenti.

«Purtroppo, le barriere architettoniche in paese sono ancora molte – commenta Pasquale Mazzitelli, che in passato si è anche battuto per adeguare la stazione ferroviaria cittadina alle esigenze dei pendolari portatori di handicap in modo da non essere costretti ad andare sempre fino a Volpiano per prendere la “Canavesana” – Gli amministratori dovrebbero provare a mettersi nei panni degli altri, capire le nostre esigenze senza lasciare indietro nessuno. Dai marciapiedi malmessi, costruiti anni fa e quindi troppo stretti per il passaggio senza difficoltà di una carrozzina o che si interrompono improvvisamente, fino alle macchine o ai bidoni della raccolta della spazzatura lasciati fuori casa che impediscono il passaggio. Le problematiche sono diverse».

«Non sono qui per criticare, ma per costruire e, se possibile, sensibilizzare l’opinione pubblica di più su questa tematica – aggiunge il sanbenignese - Non è giusto che nel 2025 una città sia inaccessibile ad una persona disabile. Anche con i negozi e le attività commerciali c’è bisogno di una svolta. In alcuni bar o esercizi non c’è la pedana per facilitare l’ingresso oppure la porta è troppo stretta per una carrozzina. Ho chiesto informazioni all’ufficio commerciale di Chivasso e Settimo. Gli adeguamenti per l’abbattimento di queste barriere architettoniche c’è solo per chi apre una nuova attività. Il momento è delicato per tutti, ma un Comune “sensibile” da questo punto di vista potrebbe prevedere degli incentivi o trovare nelle pieghe del bilancio delle risorse per favorire questi interventi dei negozianti. Altrimenti, noi ci sentiamo ancora di più “invisibili”. Almeno il centro delle nostre città dovrebbe essere fruibile, senza difficoltà, a tutte le persone».