SCARMAGNO - È fallito per mancanza di fondi il progetto Britishvolt in Inghilterra, dove doveva sorgere un importante stabilimento di batterie per auto elettriche. La notizia riguarda purtroppo anche il Canavese: una fabbrica analoga - la GigaFactory targata Italvolt - dovrebbe essere realizzata sui terreno del vecchio stabilimento Olivetti di Scarmagno.

«La vicenda Britishvolt – precisa in una nota scritta l’assessore alle attività produttive della Regione Piemonte, Andrea Tronzano – non ha alcun legame né alcuna rilevanza giuridica sul progetto Italvolt. Pare certo ci siano delle problematiche legate al sito di Scarmagno, che la proprietà sta cercando di risolvere con l’investitore, tuttavia non ci è dato conoscerle nel dettaglio dal momento che esiste una clausola di riservatezza tra le parti. Il compito della nostra Regione è quello di favorire iniziative private che portino benefici al territorio, lo scorso anno abbiamo infatti firmato con città metropolitana, comune di Ivrea, Scarmagno e Romano canavese e la stessa Italvolt un protocollo per accompagnare l’operatività del progetto in cui ogni Ente pubblico è coinvolto per rendere attuativa la GigaFactory».

Quale futuro attende, dunque, la GigaFactory a Scarmagno, dal momento che Italvolt non ha rinnovato l’accordo con la ditta proprietaria degli immobili, lamentando l’inadeguatezza della rete elettrica? Questo l’interrogativo che il consigliere del Pd Alberto Avetta ha rivolto alla Giunta Cirio a margine della discussione in Consiglio regionale: «Sul sito di Scarmagno esistono delle problematiche - afferma il consigliere del Pd - lo ha confermato l’assessore Tronzano. Altro non è dato sapere, a causa di una clausola di riservatezza vigente tra il manager svedese Lars Karlstrom e società Prelios, proprietaria degli immobili. Evidentemente, la notizia di un’inadeguatezza della rete elettrica rispetto alle necessità industriali richieste dalla GigaFactory non è priva di fondamento. Tutto ci conferma che i proclami entusiastici nei primi mesi del 2021 da parte del Presidente Cirio sono stati quanto meno affrettati, ed hanno alimentato grandi e comprensibili aspettative sul territorio. Dopo quasi tre anni di analisi, progetti e approfondimenti tecnici, solo ora ci si rende conto che c’è un problema sulla rete elettrica?».

Per Avetta, insomma, «Gli annunci sono stati quanto meno affrettati e speriamo non si traducano in promesse mancate. Di fronte a queste incertezze, la Regione Piemonte non può restare in attesa, ma deve, per quanto le compete, fare tutto il possibile per garantire la realizzazione di questo progetto, che sappiamo richiedere significativi investimenti pubblici. Ci aspettiamo che la Giunta regionale incalzi il Governo nazionale, si adoperi per raccogliere risorse e sfrutti l’interlocuzione diretta che i vertici regionali paiono avere con Italvolt per chiarire le intenzioni ed evitare che il Canavese perda un investimento di tale rilevanza».