TORRE CANAVESE - Sono tornate d'attualità in queste ore, grazie ai social, le immagini di Michail Gorbaciov ospite in Canavese, nel 2003, per l'inaugurazione della pinacoteca di Torre, intitolata alla moglie Raissa. Fu Marco Datrino, personaggio eclettico e grande esponente di una famiglia di mercanti d'arte, a portare in Italia Gorbaciov, l’ultimo segretario generale del Partito comunista dell'Unione Sovietica, premio Nobel per la pace, artefice della dissoluzione dell'Urss e della fine della Guerra Fredda.
Datrino, che seguì le orme del padre Carlo, era un esperto di quadri, sculture di valore e pezzi pregiati. Nel 1968 si trasferì a Torre Canavese, dove avviò una nobile casa d'aste divenuta negli anni la quarta per importanza in Italia. L’esperienza durò circa dieci anni fino a quando trasformò il castello di Torre in una vera e propria galleria d'arte. Con la sola costanza e senza il minimo appoggio politico, riuscì a godere della fiducia del presidente Gorbaciov tanto da essere annoverato tra i creatori della «Fondazione per il patrimonio culturale russo».
Dopo una prima mostra con opere del real-socialismo e sessanta dipinti dell’800 russo, Datrino organizzò nel 1993-94 altre due mostre dedicate all’arte russa, che, secondo le stime, portarono a Torre qualcosa come 650mila visitatori. Il fortunato esito di quella doppia mostra indusse Datrino a donare a Raissa Gorbaciova un prezioso servizio in argenteria del gioielliere russo Postnikov, acquistato ad un'asta a Ginevra. Fu proprio la simpatia e la stima che Datrino si conquistò anche in quell'occasione ad aiutarlo nell'impresa di portare in Canavese i tesori del Cremlino.
Nel 2003, a quattro anni dalla prematura morte, avvenuta ad appena 67 anni, il Comune, su indicazione di Datrino, intitolò la pinacoteca di Torre a Raissa, alla presenza dello stesso Gorbaciov e della figlia Irina. Marco Datrino è scomparso il 10 marzo 2021 a causa del covid. Aveva 79 anni. Pochi giorni dopo, il 16 marzo, il virus si portò via anche la moglie, Fiorella Vercellotti, 74 anni, che da sempre era il suo braccio destro. La storia di Datrino è ben raccontata nel libro «Un antiquario al Kremlino. Storie di una famiglia di mercanti d’arte».
L'immagine di copertina è stata recentemente pubblicata su Piemonte Newsletter, Agenzia settimanale d’informazione della Giunta Regionale.