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VALPERGA - E’ diventato un caso politico l’evento «Foibe: come, quando, perché», che si terrà martedì 26 novembre 2024 al circolo Arci «Spazi di società» di Valperga. L'incontro con il professor, Eric Gobetti, è stato organizzato da «Tavolo antifascista alto Canavese» con diverse associazioni locali e partiti di centrosinistra. La presa di posizione di Fratelli d'Italia ha dato un risalto insperato all'evento. 

«E’ intollerabile come Eric Gobetti, noto revisionista e negazionista delle Foibe, imperversi per il Canavese diffondendo la sua visione distorta della storia. Non accettiamo lezioni da chi è assurto agli onori della cronaca per le foto con la maglia di Tito e il pugno chiuso alzato». Ad affermarlo Roberto Ravello, vice-Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte. «Che questo avvenga - continua Ravello - con l’adesione dell'Anpi è ormai nell’ordine delle cose, purtroppo, ma che ci sia la condivisione della sinistra in misura pressoché unanime, dal Pd a Rifondazione, passando per M5S, Avs e Italia Viva, è un passo ulteriore di un nuovo sodalizio politico, quello contro la verità. C’è totale mancanza di rispetto e disonestà intellettuale nei confronti di un tema che, invece, meriterebbe massima serietà: si tratta, infatti, di una ferita profonda, non rimarginata, che non può essere oggetto di strumentalizzazione». 

Puntuale la risposta di Alice Ravinale, Presidente Gruppo consiliare regionale Alleanza Verdi Sinistra: «Negli studi di Eric Gobetti non c'è negazionismo né riduzionismo, ma per giudicare bisognerebbe conoscerli: Fratelli d'Italia invece continua ad attaccare scompostamente lo storico torinese ad ogni occasione, senza sentire ragioni. Da parte di chi ricopre cariche istituzionali è ora di smetterla con questa demonizzazione, che ha portato negli anni a minacce personali e intimidazioni sempre più preoccupanti nei confronti di Gobetti, da ultimo i manifesti del collettivo "La Barriera" lo scorso 10 febbraio a Torino. Gobetti, nonostante i continui attacchi, racconta tutta la storia della "complessa vicenda del confine orientale", proprio come vorrebbe la legge che istituisce il Giorno del Ricordo: quello che avvenne nell'alto adriatico alla fine della seconda guerra mondiale, con la tragedia delle esecuzioni sommarie e delle foibe e dell’esodo di oltre 300.000 persone dalle terre di Istria e Dalmazia, così come quello che successe in epoca fascista, quando furono posti in essere continui soprusi e violenze ai danni della popolazione slava e degli antifascisti. A strumentalizzare la vicenda istriana e a negare la verità, in maniera del tutto irrispettosa della storia di chi l'esodo l'ha vissuto e degli storici che se ne occupano con serietà e dedizione, continua ad essere la destra».