LOMBARDORE - Ambientalisti contro la variante alla 460 Lombardore-Front-Salassa. L'associazione Pro Natura Animali Odv, aderente alla Federazione Nazionale Pro Natura, scende in campo contro la realizzazione dell'opera. «Sarà davvero così utile questa nuova devastazione del territorio? Per qualcuno forse sì, ma per la maggioranza dei cittadini e delle generazioni future certamente no», scrive in una nota il vicepresidente Roberto Piana.
«Il nuovo tracciato correrà sulla sponda orografica sinistra del Malone tra Lombardore e Front creando uno sbarramento tra l’area naturale del Malone e il territorio circostante. Non sappiamo se nell’ultima versione del progetto sia stata presa in considerazione la realizzazione di sottopassi e sovrappassi per il passaggio della fauna. Ci auguriamo di sì. Naturalmente il nuovo consumo di suolo non verrà compensato, come logica vorrebbe, dal recupero alla naturalità di altrettanti ettari altrove compromessi da aree industriali dismesse piuttosto che da edificazioni incompatibili. Si consuma e basta. E’ il progresso. Progresso di che?».
Secondo Pro Natura il traffico, i rumori e l’inquinamento non verranno ridotti, ma semplicemente spostati un po' più in là. «I mezzi pesanti che servono le imprese di Busano e Rivara si riverseranno, alla periferia di Lombardore, sull’attuale tracciato della 460 che già oggi è per molti mesi impercorribile perché interrotto da continui lavori. L’effetto sarà l’aumento del traffico pesante che attraverserà gli abitati di Leinì e Mappano in direzione di Torino. Il traffico attraverso l’abitato di Front diminuirà, forse, ma non scomparirà perché i mezzi diretti verso il ciriacese continueranno ad utilizzare la provinciale 13. Se migliorerà, forse, la salute di qualcuno, peggiorerà, certamente, la salute di qualcun altro. I pochi esercizi commerciali di Front e Rivarossa chiuderanno non più utilizzati dal traffico pendolare, le ultime aree umide lungo il Malone scompariranno, aumenteranno gli incidenti stradali con la fauna sempre più compressa in limitate aree naturali. Ettari di fertile suolo agricolo saranno spazzati via».
«Le associazioni degli agricoltori sono passate dal no all’opera alla richiesta di equi indennizzi per i terreni che saranno espropriati. E’ sempre una questione di denaro. Il “progresso” lo decide il denaro. Alle future generazioni lasceremo un pianeta asfaltato, finalmente ricco di rifiuti e inabitabile. Il gioco vale la candela? La storia dell’Isola di Pasqua all’umanità non ha insegnato nulla. Continuiamo a tagliare il ramo su cui siamo seduti», aggiunge Roberto Piana.