GRAN PARADISO - Quello dell'introduzione dei cani nell'area protetta del Parco nazionale del Gran Paradiso è ogni anno argomento di discussione. Nel parco i cani possono essere condotti, sempre al guinzaglio, solo nelle aree di fondovalle e, dal 15 luglio al 15 settembre, lungo alcuni sentieri stabiliti in base al regolamento dell'area protetta. La scelta delle date, ovviamente, non è casuale. «In questo periodo, nei sentieri previsti in deroga al regolamento, è stata valutata e verificata una più ridotta possibilità di interazione diretta (avvistamento e contatto) e indiretta (rischio di contagio) con la fauna selvatica - spiegano dall'ente Parco - e in considerazione della conclusione stagionale del delicato periodo riproduttivo per la maggior parte delle specie (es. marmotte, i cui piccoli nel periodo precedente non sono ancora in grado di fuggire in caso venissero attaccati o inseguiti da un cane) e del generale spostamento in quota di stambecchi e camosci».
Quest'anno inoltre, per comprendere al meglio le motivazioni che stanno alla base delle norme di comportamento richieste nell'area protetta, è stato ideato un calendario di appuntamenti tematici condotti da guardaparco, esperti di divulgazione scientifica e Guide del Parco, un'opportunità per approfondire le motivazioni e vivere il Parco con serenità e consapevolezza. «I cani non possono circolare liberamente nel Parco per due principali ragioni - spiega l'ente - la prima riguarda i disturbi diretti che i cani, non tenuti al guinzaglio, potrebbero arrecare alla fauna selvatica (in particolare camosci e stambecchi, ma anche marmotte e altri mammiferi o uccelli), con inseguimenti o tentativi di cattura (cause di forte stress per gli animali), se non di uccisioni. La seconda ragione del divieto è di tipo sanitario: i nostri cani sono vettori di molte pericolose patologie per la fauna selvatica, alcune di queste sono anche delle zoonosi, cioè malattie che possono passare dall'animale all'uomo».
Infatti, il bersaglio più debole per questi mali, per lo più di origine infettiva-virale, sono i carnivori selvatici, dai Mustelidi ai Canidi. Questo vuol dire che un cane domestico, anche uno di appartamento, può essere veicolo di infezioni che possono provocare gravi mortalità in tassi, ermellini, faine, volpi e anche lupi. E questo accade anche se i cani sono vaccinati, dal momento che alcuni lavori scientifici recenti hanno dimostrato il passaggio dei virus vaccinali, vivi anche se attenuati, dall'animale domestico ai piccoli mustelidi.