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CERESOLE REALE - Il Parco Nazionale del Gran Paradiso, il più antico parco nazionale d’Italia, nato nel 1922, rappresenta un patrimonio naturale unico a cavallo tra Piemonte e Valle d’Aosta. La sua fondazione è legata alla salvaguardia dello stambecco alpino, che ne è diventato il simbolo. Oggi il Parco deve affrontare le sfide del cambiamento climatico che, a quanto pare, sta impattando negativamente sulla fauna. E' quanto emerso da un servizio mandato in onda dal Tg3 regionale della Valle d'Aosta.

«La storia dello stambecco è un racconto di conservazione e rinascita - ha spiegato il presidente dell'ente parco, Mauro Durbano - nel 1821, nel cuore delle valli, furono avvistati gli ultimi esemplari di questa specie sull’orlo dell’estinzione. Da quell’anno ebbe inizio un’opera di tutela che culminò con la creazione del parco cento anni dopo. Oggi, grazie a questi sforzi, lo stambecco ha ripopolato l’intero arco alpino, raggiungendo una popolazione di oltre 50mila esemplari, un risultato straordinario per la biodiversità alpina».

Nonostante i successi nella conservazione, il Parco Nazionale del Gran Paradiso si trova oggi ad affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici. La popolazione di stambecchi, attualmente stimata in circa 2600 individui, e quella di camosci, di circa 6000 esemplari, mostrano un preoccupante declino che gli studi stanno cercando di correlare a diversi fattori, compreso il cambiamento del clima. Uno degli effetti più rilevanti del riscaldamento in montagna, infatti, riguarda la disponibilità di alimenti. I piccoli di stambecco, ad esempio, trovano al momento dello svezzamento un foraggio troppo fibroso, meno nutriente rispetto al passato. Anche le condizioni fisiche delle femmine e i cicli riproduttivi sono influenzati negativamente. Inoltre, l’assenza di neve altera l’equilibrio naturale della sopravvivenza degli esemplari, portando a un invecchiamento della popolazione.

«Questo fenomeno ricorda, in un certo senso, l’invecchiamento demografico della popolazione umana - ha sottolineato il direttore Bruno Bassano - una popolazione anziana e meno fertile può compromettere la sostenibilità dell’ecosistema». Il servizio completo del Tg3 regionale è disponibile CLICCANDO QUI.