Galleria fotografica

RIVAROLO CANAVESE - C'è un problema con le nutrie alla scuole elementare di Rivarolo Canavese. Da giorni arrivano in municipio segnalazioni più o meno preoccupate di genitori che portano i figli alla scuola Gibellini Vallauri e che si imbattono nei possenti roditori, ormai di casa nell'area verde che circonda il plesso. Alle segnalazioni di mamme e papà si sono sommate, di recente, anche quelle di diversi agricoltori della zona, alle prese con la presenza un po' scomoda dei «castorini», che si nutrono quasi esclusivamente di vegetali e scavano le proprie tane nei terreni. 

La Città metropolitana di Torino ha predisposto un'attività di contenimento delle nutrie dal momento che la specie è stata inserita tra quelle invasive. Il piano è stato approvato nell'aprile dello scorso anno e prevede, in prima battuta, l'uso di gabbie per catturare le nutrie. E proprio in tal senso si sta muovendo il Comune di Rivarolo con l'installazione di trappole e cibo per fare in modo che gli animali possano essere trasferiti altrove. 

«Il peso di ogni esemplare è in media tra i 3 e i 5 chili, ma i maschi adulti possono raggiungere i 9-11 chili - scrive la Città metropolitana nel piano di intervento - sono buone nuotatrici e colonizzatrici veloci, in grado di occupare rapidamente habitat idonei utilizzando i corsi d’acqua dolce come corridoi di diffusione. Possono riprodursi durante tutto l'anno e, ad oggi, sono capillarmente diffuse su tutto il territorio della pianura padana. La nutria causa danni rilevanti all’economia agricola per i prodotti che asporta, alle arginature dei corpi idrici in cui costruisce le tane e, non da ultimo, agli ecosistemi umidi naturali. L'attuale diffusione, la carenza di predatori naturali e la grande prolificità della specie rendono di fatto impossibile, allo stato attuale, raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione».

A Rivarolo, secondo i dati dell'ex provincia, la nutria è presente almeno dal 1999. Il Comune ha già tentato con le gabbie di spostare gli esemplari presenti vicino alla scuola ma senza successo. Ora palazzo Lomellini ripiazzerà le gabbie sperando di avere maggiore fortuna, contando anche sulla collaborazione dei residenti della zona: in passato diverse persone davano da mangiare alle nutrie, rendendo quindi «poco interessanti» le gabbie con le esche preparate per il piano di contenimento. Dare da mangiare alle nutrie potrebbe sembrare naturale ma, in realtà, si rischia di non fare un grosso favore agli animali: il piano della Città metropolitana, infatti, quando falliscono i metodi meno invasivi, non esclude anche il ricorso agli abbattimenti.