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BORGIALLO - L’uomo che smuove le montagne, dice un antico proverbio cinese, inizia portando via piccole pietre. Così ha fatto, un passo dopo l’altro, rialzandosi sempre dopo ogni caduta, l’atleta canavesano, Andrea Biffi. Il 31enne, originario di Borgiallo, ha dimostrato che la corsa, specie sulle lunghissime distanze, non è solo una questione di gambe e allenamento, ma anche e soprattutto di cuore e testa. Lo ha fatto aggiudicandosi in Sud Africa il MUT: Mountain Ultra Trail by Umtb. Si tratta di una gara di 100 miglia con un dislivello di 8mila metri su un percorso estremamente tecnico. Una vera e propria impresa per il runner valligiano.

«La mia passione per la corsa è nata ai tempi delle scuole medie, con mia madre che mi accompagnava alle gare – racconta Andrea – Tuttavia, ho sempre amato, fin da piccolo, stare all’aria aperta: andavo ore e ore in bici, sciavo, arrampicavo e facevo escursioni in montagna. Dopo i 20 anni ho iniziato a correre in maniera seria e nel 2015 ho scoperto il mondo dell’ultra-trail. Tra il 2013 e il 2018 ho vissuto in Sud Africa, dove ho imparato la disciplina per lo sport. Tra il 2015 e il 2018 ho ottenuto importanti risultati e mi sono tolto diverse soddisfazioni in gare anche all’estero. Poi nel 2023, poco dopo aver vinto con il record del percorso il trofeo Punta Quinzeina, mi sono rotto il tendine d’Achille. E’ stato un periodo molto difficile, anche a livello personale a causa della fine del mio matrimonio. Sono caduto in uno stato di forte depressione. Per fortuna, ho avuto in quei momenti delicati accanto delle persone che mi hanno aiutato a venirne fuori. A marzo del 2024 ho buttato via tutte le medicine: mi sono guardato allo specchio e mi sono detto che ero meglio di quello che vedevo».

E’ una storia di rinascita, di forza d’animo e volontà quella di Andrea Biffi: «Mi sono letteralmente rialzato. Sono tornato in bici e in montagna. A settembre del 2024 ho ripreso ad allenarmi seriamente nella corsa. Ho fatto qualche gara e poi a marzo 2025 mi sono messo in gioco nella Pass2Pass Ultra Trail: una 100 chilometri in Sud Africa, con 4600 metri di dislivello positivo. Non gareggiavo su quelle distanze dal 2018, quando avevo chiuso terzo al Gran Trail di Courmayeur, ma testa e fisico stavano bene e, nonostante un momento difficile ai 30 chilometri, mi sono piazzato secondo. Ho capito che era un nuovo inizio». Da quel momento Andrea non si è più fermato. Torna in Italia e, il 13 aprile 2025, partecipa alla Maratona Alpina di Val della Torre, classificandosi al terzo posto e migliorando il suo miglior tempo in questa gara di ben 35 minuti. E’ una fortissima iniezione di fiducia per l’atleta borgiallese, che ancora in Sud Africa, due settimane prima del MUT, il 6 maggio, fa registrare l'Fkt (fastest know time) sul percorso dello Jonkershoek Traverse. In solitaria ed autosufficienza, il canavesano dà il meglio di sé sui 32 chilometri con 3100 metri di dislivello. In un tracciato estremamente tecnico, principalmente fuori da sentieri, tra terreno scosceso, tratti esposti o da arrampicare, Andrea ferma il cronometro a 7 ore e 24 minuti, migliorando il 7 ore e 56 minuti siglato in precedenza da un trio di alcuni tra i più forti atleti sudafricani.

E’ il preludio al successo strepitoso del Mile Ultra Trail by Umtb di 163 chilometri. «Siamo partiti da George alle 12, c’era il sole e faceva molto caldo – spiega Andrea Biffi – Mi sentivo bene e ho fatto gara di testa inizialmente con l'atleta dello Zimbabwe, Admire Muzopamwba, per poi staccarlo quando il percorso si è fatto in salita e più tecnico. Al 41esimo chilometro avevo già una decina di minuti di vantaggio. Avevo voglia di correre e stavo bene. Sono andato per la mia strada. Ho resistito ai crampi inguinali, cercando di sbloccare le gambe bevendo acqua e sale. Ad ogni postazione di controllo il mio vantaggio aumentava. A 100 chilometri era quasi di un’ora. Gli ultimi chilometri sono stati duri. Ho rallentato, ma sapevo che anche gli atri corridori l’avrebbero fatto, inevitabilmente. Quell’ultima tranche di ultra trail è stata davvero emozionante. C’erano tanti amici e tante persone lungo il percorso. Ho sentito la loro energia positiva. L’accoglienza che ho ricevuto al mio ingresso nello stadio mentre sventolavo una bandiera italiana resterà per me indimenticabile. Sto ancora metabolizzando quello che è successo. E’ stato bellissimo. E’ stata un’impresa ed un’emozione unica. Sono davvero contento di quanto fatto. So che c’è ancora margine di miglioramento, andando avanti con gli allenamenti e il giusto mindset posso fare ancora di più».

La vittoria sudafricana apre le porte ad Andrea Biffi per il leggendario Ultra Trail del Monte Bianco del 2026. «Voglio rivolgere un grazie collettivo a tutte le persone, amici, familiari, organizzatori e non solo, che hanno avuto un pensiero, un incoraggiamento per me mentre gareggiavo. Mi hanno dato tanta forza – conclude Andrea Biffi – Ora mi piacerebbe concatenare l’alta Via Canavesana: è il mio sogno-progetto per quest’estate».