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IVREA-RIVAROLO CANAVESE - Sta facendo molto discutere il caso del match valevole per il campionato regionale under 15 di calcio tra la Rivarolese e l’Ivrea calcio sospeso per via del comportamento inqualificabile di un tifoso granata, che ha insultato e minacciato l’arbitro della partita, aggredendolo poi anche nel parcheggio fuori dall’impianto. Il giudice sportivo ha deciso di multare la società rivarolese e di far ripetere la gara. Un provvedimento che non è piaciuto al club orange.

«In questa vicenda ci sono fatti più gravi di una vittoria a tavolino per 3-0, ma a noi questo compete e su questo ci esprimiamo – si legge in un lungo comunicato stampa diffuso dall’Ivrea calcio – Come fa la Rivarolese a non avere responsabilità sul mancato regolare compimento dell’incontro visto che tutti gli adulti della squadra sono stati ammoniti per proteste, di cui uno espulso e soprattutto non uscito dal campo? Su 5 ammonizioni degli atleti della Rivarolese 3 sono state per proteste, 1 per evidente pugno a gioco fermo del numero 5 al numero 9 dell’Ivrea sotto gli occhi del direttore di gara».

Oltre a riportare tutti gli insulti arrivati dagli spalti contro la giacchetta nera, dal sodalizio eporediese evidenziano che questo avveniva: «sotto gli occhi del presidente onorario della Rivarolese (posizionato dietro la porta difesa dai suoi giocatori, ma non in distinta) che oltretutto, appena terminata la partita, segue l’arbitro fino all’ingresso degli spogliatoi, protestando e accusandolo di essere corrotto…». «L’Ivrea calcio, domenica 12 gennaio, ha sempre e solo giocato a calcio, assistendo in maniera passiva e da spettatori all’incirca ogni 5 minuti a battibecchi e proteste continue, figlie, a quanto pare, di rancori passati tra il direttore di gara e la squadra locale – aggiungono gli arancioni nel comunicato – Crediamo sia per noi profondamente ingiusto ripetere la gara dal primo minuto (11 contro 11), come sarebbe ingiusta qualunque altra decisione se non il tre a zero a tavolino. Sarebbe davvero triste se la decisione restasse questa, perché vengono sfavoriti dei ragazzi che hanno dimostrato maturità e indifferenza al clima creatosi intorno a loro e solamente tanta voglia di giocare a calcio. Perdono così l’educazione e i valori dello sport».

«Per non parlare – concludono dall’Ivrea calcio – del fatto che si creano precedenti pericolosi per cui, per rifare da capo una partita, magari messa male a livello di risultato e numerico, basta che un “sostenitore”, non riconosciuto dalla società, ma ricondotto a loro, minacci e aggredisca un direttore di gara. Ripetiamo, non è una questione di risultato. Ci chiediamo però, se per il giudice sportivo la Rivarolese come società non ha colpe (anche se nella gara del primo dicembre avevano preso una multa di 50 euro e due espulsioni per proteste per gli stessi motivi di questa vicenda) che colpe ha l’Ivrea calcio per dover giocare due volte una stessa partita?».