BOLLENGO - Cinghiali ovunque a Bollengo. Il sindaco ha preso carta e penna per chiedere aiuto alla Città metropolitana. Perchè se gli abbattimenti non risolvono il problema, l'ex provincia si preoccupi almeno di recintare i campi. Gli agricoltori di Bollengo, come provocazione, propongono la realizzazione di una recinzione di un’area di almeno 50 ettari.
«Il malcontento degli agricoltori che vogliono raccogliere il frutto del loro lavoro è al limite della sopportazione - dice il sindaco Luigi Sergio Ricca - credo sia giunto il tempo di superare un malinteso senso di tutela della specie che, nel caso del cinghiale, non è certamente né a rischio estinzione né presenza tipica ed ambientalmente compatibile con il nostro territorio, facendo in questo caso prevalere, sul fanatismo pseudo animalista, il buon senso ed i dati scientifici».
Ricca segnala che sempre più frequentemente vengono avvistati veri e propri branchi di animali, anche di 10/15/20 componenti: negli ultimi tempi soprattutto nelle zone della Roda e Sambuco, tra la strada comunale dell’Inchiglia e la provinciale 80. Finora solo la fortuna ha scongiurato incidenti che avrebbero potuto avere pesanti conseguenze sulle persone eventualmente coinvolte, «persone che nessun risarcimento potrebbe compensare in caso di conseguenze gravi o addirittura mortali. Si è arrivati anche a Bollengo alla passeggiata notturna del cinghiale in una via illuminata, per noi una novità che per fortuna non si è trasformata, come è avvenuto purtroppo in altre parti, in tragedia».
Nei giorni scorsi molti coltivatori delle aree interessate hanno rivolto al sindaco Ricca anche una richiesta che potrà sembrare provocatoria: «Ma che ha tutte le ragioni di essere avanzata - sottolinea il sindaco - quella di finanziare, attraverso il Comune di Bollengo, la realizzazione di una recinzione di un’area di almeno 50 ettari comprendente in particolare i prati ed i campi delle zone Rodda ed Inchiglia. Avute le risorse per l’acquisto del necessario per realizzare l’opera, gli interessati provvederebbero alla sua esecuzione. Insomma, anziché pagare danni a posteriori, magari in modo insoddisfacente e con tempi lunghi, si anticipino le somme necessarie per realizzare opere che impediscano che il danno venga provocato».
«Qualora la proposta sia ritenuta impraticabile, si sollecita un deciso e massiccio intervento di abbattimento, prolungato nel tempo, per limitare, se non annullare, la presenza dei cinghiali nella zona, a tutela degli agricoltori che vogliono raccogliere il frutto del loro lavoro, oltre che a tutela della salute pubblica a rischio per
l’incidentalità che gli ungulati possono causare e le malattie che possono diffondere».