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CUORGNE’ - Era aprile di quest’anno quando dalla Città Metropolitana di Torino arrivava un «no» all’apertura di una nuova cava per la produzione di materiali inerti in località Deir, non lontano da frazione Campore di Cuorgnè. Decisive le osservazioni del Comune, tra le quali, in particolare, il fatto che la zona scelta per il nuovo sito estrattivo sia stata colpita da un incendio nel 2017, il che vieta di procedere, almeno fino al 2032, alla necessaria variante al piano regolatore.

Due mesi dopo in città tiene banco la notizia del ricorso di Scavi Ter Morletto, la ditta di Rivarolo Canavese che ha presentato il progetto della cava. Un ricorso al Tar Piemonte che chiede l’annullamento del procedimento autorizzativo della Città metropolitana che si è chiuso con un parere (vincolante) negativo.

«Come si ricorderà, l'istanza era stata respinta con determina della Città Metropolitana, che aveva posto fine al procedimento – spiegano dall’amministrazione comunale di Cuorgnè - destinatari del ricorso, oltre al Comune di Cuorgnè, sono la Città Metropolitana di Torino, la Regione Piemonte, il Comune di Alpette e l’Arpa Piemonte».

La giunta ha autorizzato il sindaco di Cuorgnè, Giovanna Cresto, a costituirsi in giudizio mediante il deposito di una memoria «nella quale si darà atto della correttezza e legittimità degli atti assunti dal Comune». I cittadini contrari al progetto avevano tirato un sospiro di sollievo ad aprile ma, a quanto pare, non è detta l'ultima parola.