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IVREA - E' morto all'età di 99 anni monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea. Una figura storica del Canavese, non solo in ambito religioso. Persona sincera e brillante ha lasciato in questo territorio un ricordo indelebile: come pochi è stato in grado di superare i confini del suo ruolo per diventare punto di riferimento della comunità. Sempre attento alle questioni politiche e sociali, era sceso in piazza più volte con gli operai Olivetti e aveva preso parte a scioperi e proteste a difesa del lavoro in Canavese. Un grande attivista per la pace che era solito intervenire anche nelle vicissitudini nazionali. L'ultima uscita pubblica a Vico e prima ancora a Rivarolo Canavese, il mese scorso, alla celebrazione nel ricordo di don Mabrito, e a Ozegna. 

Da ormai parecchi anni ospite del castello vescovile di Albiano, Bettazzi si è spento questa mattina alle 4 dopo che, per ore, già da ieri, si erano rincorse voci piuttosto preoccupate sulle sue condizioni di salute. E del resto lo stesso vescovo d'Ivrea, monsignor Edoardo Cerrato, aveva invitato i fedeli e i parroci della diocesi eporediese a pregare per Bettazzi, in vista della fine del cammino terreno ormai imminente.

Classe 1923, del 23 novembre, Luigi Bettazzi era nato a Treviso ma in gioventù si era trasferito a Bologna, città di provenienza della madre, dove era stato ordinato sacerdote nel 1946. Laureato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e poi in Filosofia presso l'Università degli Studi Alma Mater di Bologna; nel 1963 è stato nominato vescovo titolare di Tagaste e vescovo ausiliare di Bologna. Ha partecipato a tre sessioni del Concilio Vaticano II a fianco del cardinale Giacomo Lercaro, uno dei quattro presidenti dell’assemblea conciliare. 
 
Al termine del Concilio, il 26 novembre 1966, è stato ordinato vescovo di Ivrea, diocesi che ha amministrato fino al 1999. Nel 1968 è stato nominato presidente nazionale di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace e nel 1978 ne è diventato presidente internazionale, fino al 1985 vincendo per i suoi meriti il Premio Internazionale dell’Unesco per l’Educazione alla Pace. Ha partecipato, inoltre, alla marcia pacifista organizzata nel 1992 dai Beati costruttori di pace e Pax Christi insieme a Monsignor Antonio Bello nel mezzo della guerra civile in Bosnia ed Erzegovina e ha dichiarato pubblicamente di essere favorevole alle unioni civili, riconoscendo alle coppie omosessuali un fondamento d'amore equiparato a quelle eterosessuali. Ha pubblicato anche numerosi libri tra i quali "Difendere il Concilio", "Viva il Papa! Viva il popolo di Dio", "La Chiesa dei poveri" e "Quale Chiesa? Quale Papa?".