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IVREA - La procura di Ivrea non ha intenzione di desistere e per questo motivo ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Torino sulla vicenda che vede Omar Favaro indagato per minacce e violenze sull'ex moglie. Omar è il 40enne che ventidue anni fa, insieme alla fidanzata Erika De Nardo, uccise la madre e il fratellino della ragazza a Novi Ligure: un caso di cronaca nera che ebbe un forte eco a livello nazionale. Ora il 40enne è nei guai per la denuncia presentata dall'ex moglie: tra il 2019 e il 2021, con particolare riferimento al periodo delle restrizioni covid, l'uomo avrebbe minacciato e maltrattato ripetutamente la donna. 

Al vaglio degli inquirenti ci sono almeno venti casi di violenza, avvenuti nell'abitazione dell'hinterland torinese dove la coppia viveva con la figlioletta. I fatti sono avvenuti in un Comune di competenza della procura di Ivrea ed è per questo che i magistrati eporediesi hanno chiesto la misura cautelare del divieto di avvicinamento di Omar all'ormai ex moglie. La richiesta è stata respinta dal giudice per le indagini preliminari dal momento che è in corso la causa di separazione e i due non vivono nemmeno più assieme. Contro questa decisione la procura di Ivrea, come detto, ha presentato ricorso. La decisione arriverà nelle prossime settimane.

Intanto del caso se ne occuperà anche la politica. Ieri, sulla propria pagina Facebook, la deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi, ha annunciato un'interrogazione al ministro della Giustizia: «Omar Favaro, complice del massacro di Novi Ligure, è accusato dalla sua ex moglie di violenza sessuale, minacce di morte, percosse. La procura di Ivrea ha chiesto che gli venga imposto il divieto di avvicinamento ma il gip ha ritenuto che non ci fossero pericoli e ha negato il provvedimento. Ovviamente, non ho elementi per valutare e sono da sempre garantista. Però in un caso del genere, penso che sia necessario un surplus di attenzione da parte della magistratura. Per questo, depositerò un'interrogazione al ministro Nordio per richiamare l'attenzione e verificare che non ci siano rischi per madre e figlia».