IVREA - Questa mattina in Corte d'Assise a Ivrea è comparso Renzo Tarabella (nella foto), l'85enne di Rivarolo Canavese autore della strage di corso Italia. Al termine del suo interrogatorio, durato una quarantina di minuti, il pubblico ministero Lea Lamonaca ha chiesto una condanna all'ergastolo con isolamento diurno per almeno sei mesi.
Tarabella nella notte tra il 10 e l'11 aprile 2021, sparò a quattro persone: il figlio disabile Wilson, la moglie Maria Grazia Valovatto e i coniugi Dighera, Osvaldo e Liliana, vicini di casa. Il pensionato ha sostanzialmente confermato la dinamica dei fatti. Prima ha ucciso il figlio Wilson e poi la moglie. Diverse ore dopo i vicini di casa. «Eravamo stufi, io e mia moglie, della vita che stavamo facendo, chiusi in casa da due anni. Eravamo d'accordo di farla finita e ne avevamo parlato già diversi giorni prima. Mia moglie mi disse che se non lo avessi fatto io si sarebbe lanciata dal balcone. Ho sbagliato ad accettare queste condizioni».
Tarabella non ha avuto il coraggio di spararsi immediatamente e diverse ore più tardi ha mostrato quello che aveva fatto al vicino di casa, Osvaldo Dighera. «Ha dato dell'handicappato a mio figlio e io mi sono risentito: a quel punto ho sparato anche a lui». La moglie è sopraggiunta poco dopo e l'uomo ha riservato a lei lo stesso destino. Il pensionato ha poi tentato di togliersi la vita solo all'arrivo dei carabinieri ma il colpo che si è sparato al volto non ha leso organi vitali. In aula presente la figlia dei coniugi Dighera, Francesca, che si è costituita parte civile. La sentenza è slittata a ottobre.