PIVERONE - Non era una carrozza adibita al trasporto turistico quella travolta da un'auto l'altra mattina sulla provinciale di Piverone. L'incidente ha provocato il ferimento del cavallante (per fortuna in maniera non grave), un 74enne di Piverone, e purtroppo la morte del cavallo che è stato soppresso dal veterinario intervenuto sul posto. Stando agli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Ivrea, la carrozza aveva i titoli per poter procedere sulla strada provinciale e l'auto, una Volkswagen Passat, condotta da un giovane rimasto illeso, l'ha tamponata procedendo nella medesima direzione.
Molte voci si sono levate contro la presa di posizione dell'Oipa che da anni chiede l'abolizione di tutti i veicoli a trazione animale. Riportiamo quindi la posizione dell'Associazione Festa e Fiera di San Savino, Gruppo Sportivo Attacchi Ivrea e Canavese e Associazione Albo Carri da Getto in merito all'incidente di domenica mattina.
«Ci sentiamo fortemente lesi nella nostra immagine di soggetti non commerciali, ma amanti di una passione caratterizzata dall’amore per il cavallo, ma soprattutto riferita a delle storiche tradizioni di cui il nostro territorio ne è orgogliosamente testimone. Che cosa intendiamo per passione? Innanzitutto il non sfruttamento degli animali ai fini commerciali e soprattutto la valorizzazione di una disciplina (Attacchi) che trova riscontro in Canavese nella notte dei tempi. La stragrande maggioranza dei proprietari non sono esibizionisti benestanti o sciccosi narcisisti ai fini di una visibilità non territoriale. Pertanto quando parliamo di carrozze trainate da animali, parliamo di una disciplina legittimamente autorizzata dalla legge e di cui tutti i conducenti sono tenuti a rispettare.
Nel caso specifico sta avvenendo l’assurdo, che le vittime di un incidente diventino i soggetti colpevoli di un’attività impropria e penalizzante per il mondo animale. Cosa invece non veritiera perché il tutto è contemplato in un’attività non a scopo di lucro ma concepita come una passione sportiva in funzione dell’occupazione del proprio tempo libero. Il conducente in causa è storicamente sul territorio una persona consapevole, professionale e rispettosa di tutte le regole prescritte. Lui ha subito un doppio danno sia fisico che economico, ma la cosa che lo avvilisce di più è il sentirsi dire da certi commenti della stampa di essere uno sfruttatore dell’utilizzo dell’animale. Pertanto a difesa dell’immagine di decine di proprietari di cavalli sul territorio, vogliamo ulteriormente precisare che le nostre attività ludiche non sono funzionali a criteri economici ma propedeutici a mantenere una cultura del cavallo in Canavese, che ha fatto si che la Città di Ivrea e il suo territorio siano l’eredità evidente di 2000 anni di storia.
Noi ci siamo sempre attenuti alle regole e continueremo ad attenerci, nella misura in cui, queste ci impongono degli obblighi da rispettare, e moralmente delle considerazioni di tutela di quello che noi riteniamo i nostri compagni di strada. Ogni polemica che ci confonda con altre situazioni italiane le lasciamo a chi strumentalmente vuol fare di tutta un erba un fascio, perchè ci riteniamo persone responsabili nel mantenere un comportamento consono ai principi di tutela e di salvaguardia del mondo animale. Il tragico fatto è imputabile al maldestro comportamento di un automobilista, e se pensiamo che al posto di quella carrozza ci fosse stata una macchina di piccola cilindrata che procedeva a modesta velocità, quali conseguenze avrebbe avuto l’impatto?
Tamponamenti di questo genere sono addebitabili a gravi disattenzioni o a guide pericolose. Le autorità accerteranno i fatti, ma quello di cui siamo sicuri, che il comportamento del conducente come di tutti noi, quando usciamo dalle nostre abitazioni è quello di rispettare le regole, ma soprattutto di assicurare la nostra incolumità e quella degli animali».