SCARMAGNO - E' stata fissata per il 14 giugno nell'aula magna del Gramsci a Ivrea, l'udienza preliminare per il disastro della Darkem di Scarmagno, l'azienda distrutta da un furioso incendio il 30 maggio 2016 (nel video). I due imputati sono Davide e Giuseppe D'Arco, 35 e 47 anni, residenti a Romano Canavese.
Per loro il pubblico ministero Lea Lamonaca chiederà il rinvio a giudizio: i reati ipotizzati sono di incendio colposo, danneggiamento e lesioni colpose. Nel corso delle operazioni di spegnimento del rogo, infatti, diversi soccorritori rimasero feriti: sette vigili del fuoco, tre poliziotti e due carabinieri. La ditta, allora, faceva riferimento al padre Domenico D'Arco, che nel frattempo è deceduto. La sua posizione è stata stralciata.
Per la procura di Ivrea, però, i figli, all'epoca di fatto dirigenti dell'azienda erano comunque responsabili dell'applicazione delle norme sulla sicurezza del lavoro. Secondo le indagini il principio d'incendio partì dall'inadeguato stoccaggio di sostanze chimiche. Tra le responsabilità a carico dei fratelli D'Arco, in concorso, quella di non aver correttamente stoccato le sostanze che hanno provocato le esplosioni e l'incendio. Le indagini avrebbero poi rilevato che lo stabilimento era privo di misure antincendio e senza la segnalazione di inizio attività al comando provinciale dei vigili del fuoco.