RIVAROLO CANAVESE - Porto d'armi scaduto nel 2016. Eppure armato. Renzo Tarabella, il pensionato che nella sua casa di corso Italia a Rivarolo Canavese, lo scorso 10 aprile, ha ucciso quattro persone, non aveva più rinnovato il porto d'armi per uso sportivo, ottenuto nel 1978, già da cinque anni. Tuttavia era ancora in possesso dell'arma perchè i controlli a campione vengono effettuati, molto spesso, solo su segnalazioni ben precise. A carico di Tarabella, invece, nessuna segnalazione è arrivata ai carabinieri in merito a potenziali atteggiamenti pericolosi. 

Dal 2016 l'uomo non aveva più presentato nessuna richiesta di rinnovo né un certificato di idoneità psico-fisica rilasciato dalla medicina legale dell'Asl per attestare che fosse in condizione di detenere un'arma. E c'è un problema di banche dati che, evidentemente, non «parlano» tra di loro. Quando l'uomo ha rifiutato l'aiuto dei servizi sociali per il figlio disabile Wilson, ad esempio, non è partita nessuna segnalazione della presenza della pistola in casa, anche se, a quel punto, il porto d'armi era già scaduto da tempo. 

Erano stati gli avvocati della famiglia Dighera, la scorsa settimana, a chiedersi se la strage potesse essere evitata. Interrogativo pesante alla luce del porto d'armi scaduto. Con quella pistola Tarabella ha ucciso il figlio disabile Wilson e la moglie Maria Grazia poi ha sparato contro i vicini di casa e proprietari dell'alloggio, Osvaldo e Liliana Dighera. Nei prossimi giorni sarà nuovamente ascoltato dal pubblico ministero.