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CASTELLAMONTE - Una catastrofe, anzi un genocidio, per usare la parola corretta: è quello che sta avvenendo da tempi nella striscia di Gaza. Una situazione delicata, che viene raccontata spesso in termini di numeri e azioni politico-militari. In realtà, quella palestinese è soprattutto questione umana, che contiene tantissime storie di persone, uomini, donne e, purtroppo, bambini che rischiano di essere dimenticate e cancellate.

Ce lo ha ricordato l’associazione ProximaMente, che ha organizzato giovedì 26 giugno a Castellamonte, in un ex caricatore di piazza Romano gremito di gente, il riuscito evento «Umanità Sospesa». E’ stata una importante serata di informazione e riflessione sulla tragedia in corso in Palestina. E’ stato patrocinato dal Comune di Castellamonte e realizzato in collaborazione con Rosse Torri, Anpi. All’iniziativa hanno partecipato il sindaco, Pasquale Mazza, gli assessori, Patrizia Addis e Claudio Bethaz, il capogruppo di maggioranza, Alessandro Musso, il consigliere regionale, Alberto Avetta.

Dopo l’interessante workshop «Umanità in bilico: i Palestinesi, noi ed il futuro dell'essere umano», per gli studenti, centro congressi Martinetti, tenuto dal dottor Alberto Mascena, psicologo sociale, psicoterapeuta e ricercatore freelance e la cena palestinese realizzata in collaborazione con il ristorante «Terra Santa» e l’osteria «La Matrice», all’ex caricatore, alle 20:15, si è svolto l’evento clou dell’iniziativa: l’intervento di Martina Marchiò, coordinatrice medica di Medici Senza Frontiere, appena rientrata dalla sua seconda missione all’interno della striscia di Gaza. Introdotta da Helen Ghirmu, consigliere comunale di Rivarolo Canavese e rappresentante di ProximaMente, Martina ha dialogato con Michela Rossi Sebastiano e dato testimonianza delle difficilissime condizioni mediche, sanitarie ed umane della popolazione Gaza, allo stremo dopo più di 20 mesi di guerra e privazioni. «E' una sistematica uccisione dei civili. Nella striscia di Gaza la legge internazionale umanitaria non ha nessun valore. Se un bersaglio ha valore, si può colpire anche in una zona dove ci sono bambini, donne, anziani e persone al lavoro – ha spiegato Martina Marchiò, autrice del libro "Brucia anche l'umanità" - Mancano cibo e medicinali, nemmeno l'acqua del mare si può più filtrare. Questo non capita saltuariamente. È così ogni giorno. Nessun posto lì è sicuro. La situazione peggiora giorno dopo giorno. Ecco perché sono fondali serate come questa per accendere i riflettori su questa situazione senza fine. E' una disumanizzazione totale. Quando anche i giovani smettono di sognare, qualcosa ti si rompe dentro. Nessuno è veramente inconsapevole. Non siamo più nel 1945. Per fortuna ci sono persone, come noi, che stanno male per quello che accade. Anche noi viviamo un trauma di rimando. È normale voler prendersi una pausa da questi orrori. L'ho faccio anche io. Ad un certo punto bisogna staccare per prendersi cura di noi stessi. Ma chi è a Gaza non lo può fare. Io racconto, testimonio e parlo. È il mio modo per fare qualcosa "da fuori". Tutti noi lo possiamo fare. Continuare a parlarne e dare una mano alle organizzazioni umanitarie come medici senza frontiere, che conoscono il valore della testimonianza, non si girano dall'altra parte e non stanno mai in silenzio. È importante essere qui stasera per dire ai palestinesi che non sono soli. Grazie a chi lotta per loro mentre il loro tempo e il tempo per Gaza si sta esaurendo».

«Il “sì” all’organizzazione di questa iniziativa, come Amministrazione comunale, è stato doveroso – ha commentato il sindaco Pasquale Mazza – Martina Marchiò è una vera eroina. Abbiamo ascoltato una testimonianza incredibile: quanto ci ha raccontato non dovrebbe più succedere al giorno d’oggi a Gaza e in nessuna altra parte del mondo. Con lo spirito di Martina, facendoci portatori di parole positive e di pace, dobbiamo tutti lavorare per costruire un futuro senza più conflitti». «E’ stato un evento di sensibilizzazione su una grande tragedia del nostro tempo, che sta subendo la popolazione di Gaza – ha spiegato l’assessore Claudio Bethaz – L’iniziativa è stata incentrata sulle storie delle persone che più di tutti soffrono i giochi della geopolitica mondiale. Come al solito quando le armi parlano a soffrire è chi nulla può. La testimonianza di Martina è stata importantissima. E’ stata in quell’area del mondo dove i giornalisti non possono entrare e quindi le uniche voci che ci arrivano sono quelle degli operatori umanitari come lei, che continuano ad essere presenti nella striscia, con coraggio nel posto più pericoloso del mondo. Come amministrazione ci tenevamo a tenere alta l’attenzione su questo tema e a raccogliere fondi per Medici senza frontiere». L’evento si è concluso con la proiezione di «No OtherLand», film premiato agli Oscar 2025 e diretto, prodotto, scritto e montato da un collettivo israelo-palestinese. Inoltre, il ricavato dell’evento, al netto delle spese, sarà devoluto all’organizzazione Medici Senza Frontiere.