“Un giorno mia madre mi disse: “Se vuoi andare a Parigi, vai”. Fu un momento importante della mia vita. Era il 1925. Arrivammo a notte fonda; io e altri due ragazzi ungheresi prendemmo una stanza in albergo. Eravamo stanchi morti. Ma il mattino dopo, guardando fuori dalla finestra, vidi il mio primo soggetto”. È André Kertész, grande fotografo ungherese che per tutta la sua carriera ha scelto di farsi ispirare dal quotidiano, la vita, che siano squarci di umile monotonia o di istintiva felicità. Insieme a Henri Cartier-Bresson, Brassai e Robert Doisneau, Kertész rappresenta uno dei grandi maestri della fotografia francese del Novecento e non solo. Ed è su di loro, sulle loro vite e le loro opere, che si focalizzerà l’appuntamento di giovedì 30 novembre alle ore 18.30, nell’ambito del ciclo “Giovedì in CAMERA”, Gymnasium di incontri aperti al pubblico creati da “Camera, Centro Italiano per la Fotografia” di Torino.
All'inizio degli anni Venti del Novecento, Parigi è l'indiscussa capitale mondiale della cultura: un ambiente che ribolle di idee, novità, opere ed eventi e che attira artisti, intellettuali e letterati da tutta Europa. È proprio da Parigi che la fotografia si diffonde in tutto il mondo, è qui che nascono alcune delle più importanti riviste illustrate ed è alla fotografia stessa che qui guardano le avanguardie artistiche.
In questo fermento, arriva dall'Ungheria nel 1925 il giovane André Kertész, che in breve si fa notare per la sua capacità di vedere la poesia nascosta nel quotidiano e di raccontare la città attraverso la macchina fotografica. Comincia così una stagione nuova nella rappresentazione di Parigi, che durerà almeno sino a dopo la Seconda guerra mondiale. Kertész abbandonerà la capitale nel 1936, ma passerà il testimone a un giovane molto colto e molto determinato, destinato a diventare un grande maestro della fotografia del Novecento, Henri Cartier-Bresson.
Vicino al fotografo ungherese si forma anche Brassai, il narratore della Parigi notturna, misteriosa, inquietante e divertente, che proprio grazie a Kertész impara a fotografare di notte. Poi, la guerra, gli esili, la nuova vita dopo la tragedia del conflitto e ancora un fotografo con una macchina portatile in mano, che davanti all’Hotel de Ville scatta la foto che diventerà una tra le rappresentazioni iconiche dell'amore e della felicità, legando per sempre il suo nome a quel bacio: Robert Doisneau, un grande interprete della fotografia francese e principale testimone della vita a Parigi.
L'incontro sarà tenuto dal direttore artistico di CAMERA, Walter Guadagnini. Ingresso gratuito e posti disponibili su prenotazione.