Era stato Steven Spielberg, il primo a voler portare sullo schermo l’inquietante vicenda di Edgardo Mortara, ma le troppe difficoltà l’hanno convinto ad accantonare il progetto. Anni dopo gli è subentrato Marco Bellocchio, regista da sempre attratto dai temi caldi della politica della società e della cultura, ispirandosi al libro “Il caso Mortara” di Daniele Scalise.
Quella di Edgardo Mortara è una vicenda quasi dimenticata nelle pieghe di un periodo in realtà glorioso della storia italiana: alla metà dell’Ottocento, nel pieno del Risorgimento, anni affollati dei nomi, delle imprese e delle vicende di personaggi ben più noti come Mazzini, Cavour, Garibaldi, Gioberti, d’Azeglio. È la storia quasi oscura di un bambino di 7 anni, strappato a forza dallo Stato Pontificio alla famiglia ebraica d’origine, dopo essere stato battezzato di nascosto dalla domestica temendo che potesse morire per una malattia.
Edgardo viene portato a Roma, nella Casa dei Catecumeni o Neofiti (“Domus Catecumenorum”, come si legge sulla porta d’ingresso del collegio in un’inquadratura del film), un seminario istituito per la conversione dall’ebraismo, dall’islam e da altre confessioni religiose. Da quel momento, insieme a numerosi altri bambini di religioni diverse, riceve una rigorosa educazione cattolica e si forma come sacerdote.
Malgrado le innumerevoli richieste e le pressioni internazionali Papa Pio IX rifiuterà sempre di restituirlo alla famiglia. Ma l’eco della vicenda fu così vasto da arrivare perfino negli Stati Uniti, contribuendo soprattutto a rendere di colpo anacronistica l’immagine di uno Stato Pontificio incurante di concetti basici come i diritti umani e l’umanità.
“La storia del rapimento del piccolo ebreo Edgardo Mortara mi ha interessato profondamente perché permette di rappresentare prima di tutto un delitto, in nome di un principio assoluto: “Io ti rapisco perché Dio lo vuole. E non posso restituirti alla tua famiglia. Sei battezzato e perciò cattolico in eterno” - ha commentato il regista – ovvero quanto fosse considerato giusto per una salvezza ultraterrena schiacciare la vita di un individuo, anzi di un bambino che non ha la forza per resistere e ribellarsi. Rovinando la sua vita anche se il piccolo Mortara rieducato dai preti resterà fedele alla Chiesa cattolica, si farà prete e anzi tenterà fino alla morte di convertire la sua famiglia rimasta fedele, invece, alla religione ebraica”.
Il rapimento di Edgardo Mortara è stato anche altro: un delitto contro una famiglia tranquilla, mediamente benestante, rispettosa dell’autorità, negli anni in cui si respirava in Europa un’aria di libertà, dove si stavano affermando ovunque i principi liberali e tutto stava cambiando, trasformando proprio per questo il rapimento del piccolo nella volontà disperata e violentissima di un’autorità ormai agonizzante di resistere al suo crollo, anzi di contrattaccare.
Il 20 settembre del 1870, la “breccia di Porta Pia” segna la fine dello Stato della Chiesa e del potere temporale dei papi. Tra i primi ad attraversare il varco aperto nelle mura della città eterna è Riccardo, il maggiore dei fratelli Mortara. Il ritorno a casa di Edgardo è finalmente possibile, anche se in un gioco perverso di illusioni e aspettative tradite, lui rifiuta di abbandonare il convento dei Canonici Regolari Lateranensi a San Pietro in Vincoli, dove vive in apparente adesione alla politica del Papa di cui assumerà anche il nome, Pio, quando viene ordinato sacerdote.
Troppo forte è stata la pressione esercitata in età infantile e troppo sottili le logiche dei condizionamenti subiti e dell’educazione ricevuta per restarne immuni e non portarne i segni nella vita adulta.
Edgardo Mortara continuerà a fare opera di proselitismo a favore di Santa Romana Chiesa sino alla morte, avvenuta nel monastero dei canonici regolari di Bouhay, in Belgio, nel 1940. Si conclude così una vicenda per molti versi tragica, in cui la politica e i mezzi di informazione svolgono un ruolo decisivo, le ragioni e i torti sono sempre opinabili e la violenza degli eventi cancella, riformula e ricostruisce la memoria privata e collettiva.
LA TRAMA
Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale devono prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge è inappellabile: deve ricevere un’’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume ben presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. E mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.
CAST TECNICO
Regia – Marco Bellocchio
Sceneggiatura – Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli, in collaborazione con Edoardo Albinati, Daniela Ceselli
Consulenza storica – Pina Totaro
Liberamente ispirato a “Il caso Mortara”, di Daniele Scalise (Mondadori)
Una produzione – IBC Movie, Kavac Film con Rai Cinema
In coproduzione con – Ad Vitam Production (Francia), The Match Factory (Germania)
Prodotto da – Beppe Caschetto, Simone Gattoni
Coproduzione – Canal+, Cine’+, Bayerischer Rundfunk, ARTE France Cinéma, in associazione con Film-und Medienstiftung NRW
Con il supporto di – Région Ile-de-France, MIC Ministero della Cultura, Regione Emilia Romagna, Emilia-Romagna Film Commission
Sviluppo progetto – Anastasia Michelagnoli
Coprodotto da – Alexandra Henochsberg, Pierre-François Piet, Grégory Gajos, Viola Fugen, Miachel Weber
Produttore esecutivo – Patrick Carrarin, Alessio Lazzareschi, Maurizio Feverati
Montaggio – Francesca Calvelli, Stefano Mariotti
Direttore della fotografia – Francesco Di Giacomo
Musiche originali – Fabio Massimo Capogrosso
Scenografia – Andrea Castorina
Costumi – Sergio Ballo, Daria Calvelli
Visual effect supervisor – Rodolfo Migliari
Organizzazione generale – Sonia Cilia
Direttori di produzione – Federico Gera, Carlo Traini
Casting – Maurilio Magnano
Trucco – Enrico Iacoponi
Acconciature – Alberta Giuliani
Aiuti regista – Barbara Daniele
Segretaria di edizione – Anna Belluccio
Distribuzione – 01 Distribution
Durata – 134’
CAST ARTISTICO
Edgardo Mortara bambino – Enea Sala
Edgardo Mortara adulto – Leonardo Maltese
Papa Pio IX – Paolo Pierobon
Momolo Mortara – Fausto Russo Alesi
Marianna Mortara – Barbara Ronchi
Riccardo Mortara – Samuele Teneggi
Cardinal Antonelli – Filippo Timi
Pier Gaetano Feletti – Fabrizio Gifuni
Anna Morisi – Aurora Camatti
Sabatino Scazzocchio – Paolo Calabresi
Maresciallo Lucidi – Bruno Cariello
Angelo Padovani – Andrea Gherpelli
Padre Mariano – Alessandro Bandini
Signora anziana – Federica Fracassi