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Anni fa, neanche così tanti, essere altamente tecnologici significava girare con l’autoradio sotto il braccio, il cellulare in una tasca, l’iPdo nell’altra e la piccola borsa del navigatore satellitare fra le mani. Tutto quello che oggi se ne sta comodo su un comunissimo smartphone, racchiuso in diverse “app” da aprire solo quando servono.

Un principio di concentrazione delle funzioni caro al mondo dell’automotive, sempre alla ricerca di nuove frontiere da superare e tecnologie per togliere a chi guida l’obbligo di posare gli occhi lontano dalla strada per comandare qualcosa. A questo si ispira la “AR-HUD”, un parabrezza dotato di realtà aumentata che un giorno, ben presto, entrerà a far parte delle tecnologie di cui non potremo più fare a meno, chiedendoci anzi come abbiamo fatto finora.

È il progetto ambizioso a cui lavora la “Envisics”, startup fondata nel 2010 a Milton Keynes, nel Buckinghamshire, Inghilterra, con l’idea di rendere concrete le ricerche di Jamieson Christmas sui display olografici ad alta definizione.

Il principio di partenza è quello applicato gli head-up display, ma moltiplicato per l’intero parabrezza, e sono bastati i primi prototipi per incuriosire i colossi dell’auto come Stellantis, Hyundai, GM e Jaguar-Land Rover, che hanno deciso di finanziare il progetto facendo schizzare l’azienda ad un valore sul mercato pari a 500 milioni di dollari.

L’acronimo AR-HUD spiega già la tecnologia: le prime due lettere sono le iniziali di “Augmented Reality”, realtà aumentata, mentre HUD di “Head Up Display”, la tavoletta già citata che proietta informazioni essenziali a chi guida senza costringerlo a spostare lo sguardo altrove. Una tecnologia nata per ottimizzare le prestazioni dei piloti militari, che con la AR-HUD non si limita ad un piccolo schermo, ma coinvolge tutto il parabrezza, indicando con semplici pittogrammi tutto ciò che serve: parcheggi, distributori, distanza dalla meta, prossimità della svolta, velocità propria e dei veicoli che precedono, limiti, livello di carica della batteria o del serbatoio, mostrando perfino le manovre possibili per guidare in sicurezza ed evidenziando la presenza di ostacoli, bici, moto e pedoni. Ma ovviamente sarà solo una questione di scelta: ognuno sarà libero di impostare il proprio schermo-parabrezza con le indicazioni che ritiene più utili e indispensabili.

Il primo marchio a testare l’AR-HUD, anche se al momento in via sperimentale, è stato Jaguar-Land Rover, ma è annunciato per il prossimo anno il debutto sulla prima auto di serie: la Cadillac “Lyriq”. Da lì al resto del pianeta, sarà questione di poco.