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di Giuseppe Pezzetto - Canavesealcentro.it

Oggi vorrei condividere con Voi alcune piccole curiose scoperte che da canavesano rimasto sul territorio durante il mese di agosto ho avuto in modo casuale l’opportunità di incrociare.
Tre piccole “chicche”, che sicuramente ne nascondono altre decine a noi sconosciute dietro alle quali si celano delle peculiarità che in qualche modo mi piace pensare traggano origine da quello spirito canavesano, creativo, ma riservato, innovativo ma al tempo stesso legato alle tradizioni, alle nostre spesso sottovalutate potenzialità. Un modo per spingervi a guardare il bicchiere mezzo pieno e non sempre mezzo vuoto.

#1 Lo scatto
La prima riguarda una piccola borgata di Sparone che si chiama Vasario, una storia su cui ci si potrebbe scrivere un racconto perché lo “storytelling”, come si usa dire oggi, potrebbe essere in grado di attirare in quei luoghi molti curiosi.
Scovo il primo indizio leggendo sulla stampa in cui mi imbatto in un articolo dal titolo: “Sparone, l’ultimo telefono a scatti: è la salvezza della nostra borgata” dove scopro che a Vasario esiste un Circolo gestito da dei giovani (è questo già di per sé è un aspetto positivo) in cui si trova un telefono a scatti, unico modo per coloro che si trovano in quella zona per comunicare con l’esterno; nessun segnale per i cellulari e tanto meno connessioni con internet.
Se hai bisogno di chiamare vai nel circolo, componi il numero non con il touch screen ma inserendo il dito in una rotella (una cosa sconosciuta alle nuove generazioni, si direbbe “vintage”). Sulla base del tempo si stimano gli scatti e dopo aver telefonato lasci l’obolo.
La notizia inizia a girare sui social e come una palla di neve rotola e diventa sempre più grande. La comunicazione spesso prende vie impensabili.
Qualche giorno dopo rientrando in auto da Torino (o da Milano, non ricordo) mi imbatto su Radio24 in una intervista, mi pare di riconoscere la voce dell’intervistato ed ecco che la storia di un telefono a scatti in una borgata di Sparone è diventata oggetto di un dibattito che evidenzia come molte persone gradirebbero passare un po' di tempo in un luogo di montagna, nel verde, al fresco e senza la possibilità di essere raggiunti dalla digitalizzazione (certo, magari si potrebbe trovare una soluzione che mantenga quel “mood” di romanticismo ma consenta altresì di avere un minimo di connessione).
Finita l’intervista radiofonica telefono all’intervistato, di cui avevo il numero, e scopro che la storia ha già attirato in loco diversi turisti curiosi. Direi un’operazione di marketing inaspettata che ha funzionato e che partendo da uno “scatto” ha fatto scoprire a diverse persone un luogo delle nostre valli. Pare che la piccola frazione sia stata molto apprezzata e qualcuno abbia già detto che sicuramente tornerà. Questo dimostra ancora una volta le potenzialità inespresse del nostro Canavese: certo, piccole cose, ma su cui si può lavorare.

#2 Il Gelato
Ricevo la telefonata di un amico di Torino, che mi chiede informazioni su una gelateria di Cuorgnè, vuole sapere se è aperta perché ha letto su un giornale che fanno dei gelati con dei gusti particolari e vorrebbe venire appositamente per assaggiarli.
Abitando a Cuorgnè faccio un salto in quella gelateria gestita da un giovane abile artigiano del gelato, e scopro un numero di gusti particolari che valorizzano il territorio, fatti artigianalmente con prodotti a chilometro zero e con nomi che richiamano al nostro territorio, li legano a dei luoghi, a delle materie prime. In poche parole, se li vuoi assaggiare devi venire in Canavese. Ne cito solo alcuni: Fichi di Valperga, Ortica di Cuorgnè, Fior di fieno della Valle Sacra, Fior di latte Cascina di Ciconio … Li prendo, li assaggio e, credetemi, sono spettacolari.
Se un abitante di Torino è disposto a venire in Canavese per assaggiare dei gelati tipici, direi ,anche in questo caso, tanto di cappello al maestro gelataio. La morale è che abbiamo materie prime, prodotti e artigiani con il giusto spirito di innovazione che possono fare la differenza.

#3 I Gormiti
Scendendo da Belmonte mi fermo con mia moglie e con degli amici per bere qualcosa nel bar di Prascorsano. Nel tavolo a fianco un bravo musicista canavesano mi saluta e poi mi presenta un ragazzo che è originario del luogo e che credo sia tornato per il periodo estivo. Scopro che è stato colui che ha inventato i “Gormiti”, una linea di personaggi immaginari che, mi spiegano gli altri amici, ha fatto impazzire diversi genitori nella ricerca dei personaggi per i loro figli: ancora una volta non posso non pensare alla creatività canavesana.
A questo punto Vi inviterei a segnalarci altre piccole storie canavesane, sicuramente poco conosciute, che in qualche modo rappresentino o possano rappresentare sulla falsa riga di quelle esposte le potenzialità del Canavese e della “Canavesità” inviandocele a info@canavesealcentro.it , chissà non si riesca a farle conoscere.