di Giuseppe Pezzetto - Canavesealcentro.it
Ho avuto recentemente l’opportunità di organizzare un momento di confronto e di scambio di opinioni su una ipotesi di modello di sviluppo elaborato e poi anche riportato in un libro da un Canavesano, Giancarlo Buffo, imprenditore e già sindaco della città di Rivara. Di seguito poi riporterò un sinottico del concetto portato all’attenzione dei partecipanti all’incontro.
Da subito però ho trovato, forse per «forma mentis» o per l’interesse che la geopolitica ha sempre in me suscitato, o forse meglio per l’aver saputo porre l’accento con geografie diverse e anche da prospettive diverse su una ineludibile trasformazione in atto negli ultimi decenni nell’economia, nella finanza, nell’industria e quindi nel lavoro e nella società che merita non solo di essere analizzata ma su cui è necessario individuare nuove vie, nuove strategie, in modo particolare per questa parte del mondo occidentale che per troppo tempo è rimasta rinchiusa in una sorta di «comfort zone».
È tempo di «Quadrare il cerchio» come diceva Ralf Dahrendorf che riportava sotto il titolo tre concetti estremamente attuali: «benessere economico», «coesione sociale» e «libertà politica». Ritengo che momenti di confronto, discussione, approfondimento siano più che mai necessari in una società sempre più superficiale che non consente di sedimentare e sperimentare idee ma che spesso procede a slogan seguendo, neppure anticipando, il vento che soffia, ed anche per questo è nato l’Hub Canavese al Centro. Quindi questo canavesano ha già un primo merito: quello di aver dedicato tempo per sviluppare concetti potenzialmente utili anche alle nostre comunità. Il secondo di aver portato all’attenzione in modo semplice e chiaro cambiamenti che sono in atto e che se non governati avranno impatti non sempre positivi.
Quindi il mio invito è quello di leggere questo saggio, non pensando che tocchi sempre ad altri ma con la consapevolezza che ognuno di noi deve partecipare al cambiamento.
«Localismo Strategico. Un modello da proporre nelle sedi internazionali e nazionali per contribuire in modo autorevole e significativo ad un riassetto degli equilibri, in una prospettiva capace di superare la crisi attuale e determinare nuovi indicatori e regole del Governo internazionale. Occorrono nuovi paradigmi su cui ancorare i destini dell’Europa e dei Paesi Occidentali, un nuovo modello di sviluppo che consenta a famiglie ed imprese una nuova dimensione sociale che dal locale guardi a orizzonti globali. In questa direzione il Localismo perderebbe quel suo ruolo di marginale contrapposizione, di retroguardia per la tutela delle identità, per assumere quello di laboratorio per nuovi equilibri condivisi dalle singole realtà. Localismo Strategico, ovvero capacità delle comunità locali (intese in senso ampio anche come Nazioni) di generare risorse e valore aggiunto, mettendo a frutto le potenzialità presenti nei singoli Paesi».