CASELLE - Sono rientrati all'aeroporto di Caselle, ieri, venerdì 10 ottobre 2025, con addosso ancora la divisa del carcere: una maglietta, pantaloni logori e ciabatte. Così Francesco Prinetti, Claudio Torrero e Riccardo Corradini hanno fatto ritorno a casa, atterrando alle 18.30, accolti da familiari, amici e attivisti tra abbracci e lacrime.
I tre si erano imbarcati sulla Freedom Flotilla, la missione umanitaria salpata il 30 settembre da Otranto diretta a Gaza. Dopo giorni di silenzio e preoccupazione, giovedì alle 16 è arrivata la notizia della loro liberazione. Il rientro in Italia è avvenuto attraverso Istanbul, dopo una lunga detenzione in condizioni che i protagonisti definiscono disumane.
Secondo il racconto di Prinetti, chirurgo all’ospedale Mauriziano, durante la prigionia sono stati costretti a rimanere inginocchiati sull’asfalto per ore, svegliati continuamente e privati dell’acqua. Nessuna assistenza sanitaria è stata fornita nemmeno a Torrero, monaco buddista di 69 anni con problemi di salute. L’esperienza del carcere e il contesto del conflitto hanno lasciato una traccia profonda nei tre attivisti.








