CHIAVERANO - La mancata approvazione del Consiglio regionale del Piemonte del decreto legge per l’istituzione del Parco dei 5 laghi ha scatenato una vera e propria bufera politica. Il comportamento dei consiglieri di maggioranza, parte della Lega e tutti i consiglieri di Forza Italia e Fratelli d'Italia, che hanno fatto mancare al momento di votare il numero legale, è stato duramente criticato dall’opposizione di centro-sinistra.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Chiaverano, Maurizio Fiorentini, che ha scritto una letta al presidente della Regione, Alberto Cirio: «Sono il sindaco di uno dei 5 comuni che da tre anni e mezzo attendono che la Regione istituisca il Parco dei 5 Laghi di Ivrea. Una richiesta unanime di 5 comuni di diverse appartenenze politiche che vedono nel Parco un importante strumento per lo sviluppo anche economico di un territorio che conta 30.000 persone. Dopo molti passaggi dilatori degni di una telenovela, finalmente il DL 222 di istituzione del Parco è stato messo in votazione in Consiglio Regionale. Ho seguito una parte del didattico e, come primo cittadino, mi sono sentito umiliato dal teatrino messo in scena dai Consiglieri di maggioranza che a più riprese hanno fatto mancare il numero legale su un provvedimento portato al voto dal vicepresidente Carosso ed approvato all'unanimità dalla giunta Regionale».
Non le manda a dire il primo cittadino canavesano: «Oggi pareva di assistere ad una rappresentazione del teatro dell'assurdo di Ionesco, dove le vicende sono apparentemente senza senso e in questo modo si scardina ogni convenzione e regola e si capovolge ogni criterio di verosimiglianza e di realtà. Il comportamento di molti consiglieri è incomprensibile. Perchè far mancare il numero legale su un provvedimento che il territorio richiede con forza da tempo? Se si è contrari non si è più corretti e coerenti nel votare contro? Perchè tutte queste sceneggiate e questi sotterfugi per impedire l'approvazione? Capisco la vicinanza delle prossime elezioni regionali, capisco le "guerre" anche tra partiti alleati per accaparrarsi qualche voto. Ma è chiaro ai consiglieri che se venisse approvato il Parco questo causerebbe scostamenti insignificanti nelle intenzioni di voto? E' chiaro che, qualora invece non venisse approvato, le reazioni sul nostro territorio sarebbero di totale protesta verso i partiti che hanno determinato questa scelta?».
Fiorentini conclude, appellandosi a Cirio per sbloccare l'impasse: «Le ragioni che stanno dietro tutto questo sono del tutto pretestuose. Si dice che i cacciatori siano contrari. Posto che sia vero, lo sanno i consiglieri che l'area del Parco è già un'oasi e, quindi, i cacciatori non hanno alcuna possibilità di cacciare se non per il contenimento dei cinghiali? Secondo Coldiretti, contraria al Parco diversamente dalle altre organizzazioni agricole invece favorevoli, i cinghiali con il Parco devasterebbero le colture. Colture tra l'altro minimali tanto che le zone agricole del Parco sono solamente il 5% del territorio. La realtà dei fatti è che già oggi i cinghiali devastano il territorio dell'Oasi e l'istituzione del Parco, anzi, permetterebbe un migliore contenimento tanto che la Città Metropolitana ha già previsto un Piano Faunistico proprio per cercare di contenere questi problemi. Nella mia ingenuità politica ritenevo che la Regione fosse sempre ben disposta ad accogliere le proposte quando provengono dal territorio e dai sindaci che legittimamente rappresentano i cittadini da loro amministrati. Oggi ne ho avuto una dimostrazione contraria. A giugno finirò il mio terzo e ultimo mandato da sindaco. Ho passato gli ultimi 8 anni credendo e lavorando per il progetto del Parco nell'interesse dei miei cittadini. Non pensavo di arrivare al termine della mia vita politica assistendo a quanto ho assistito oggi. Mi auguro che Cirio possa usare la sua indiscutibile influenza per fare in modo che il Parco venga finalmente istituito».